Classe 1942, voce di donna, eco di libertà e di esperienze di vita vissuta, la scrittrice peruviana Isabel Allende continua ad incantare il pubblico internazionale con la bellezza dei suoi romanzi: alla vigilia dei suoi ottant’anni, la ribelle regina della narrativa mondiale non smette di creare storie e di conferire un senso ed un ordine al caos degli eventi; e, come affermava il più grande filosofo di tutti i tempi “Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante“. Isabel di astri ne ha partoriti tanti, da “Casa degli spiriti” a “Violeta“; in uno dei suoi ultimi testi, intitolato “Donne dell’anima mia“, la scrittrice affronta diversi temi tabù, fra i quali il rapporto con la sessualità in eta’ avanzata passando attraverso quello con l’altro sesso. Una Simone de Beauvoir post moderna, destinata a plurimi encomi e riconoscimenti, basti pensare alle quindici lauree ad honorem.
Nel 2014 l’allora Presidente americano Barack Obama le ha conferito la Medaglia Presidenziale della Libertà degli Stati Uniti.
In seguito all’abbandono del padre, il diplomatico Tomas Allende, ha vissuto l’esperienza dell’esilio, la morte della figlia Paula causata da una rara malattia, poi quella della madre e dell’ex marito, da cui si è separata nel 2015. Sposatasi per la terza volta a settantaquattro anni con un suo coetaneo, avvocato newyorkese, vive a san Francisco con il figlio.
Amore maturo e rifugiati politici sono due dei temi conduttori di uno dei suoi ultimi libri, “Lungo petalo di mare“, ispirato ad un verso del poeta Pablo Neruda, che segue il matrimonio di due rifugiati repubblicani che scappano dal regime franchista attraverso una nave da carico con cui Neruda nel 1939 salvò la vita a più di duemila persone. Un motivo molto sentito dalla scrittrice, che dopo il Golpe del 1973 fuggì in Venezuela. “Lungo petalo di mare” è il Cile per Neruda, che l’autrice conobbe e incontrò quando era una giovane giornalista. E se è diventata scrittrice è anche grazie a quell’incontro che le rivelò il suo talento creativo che poco si addiceva ad una reporter. Il libro di Allende, infatti, è un omaggio al poeta cileno, colmo di gratitudine e stima.
Isabel sin da piccola comincia a immaginare i luoghi e i personaggi che sono poi diventati i protagonisti dei suoi romanzi: tra questi, la casa del nonno materno, dove abita quando si trasferisce in Cile con la mamma e i fratelli grazie all’aiuto del cugino del padre, il futuro presidente del Cile Salvador Allende. Tale luogo del cuore sarà poi evocato nel primo romanzo della scrittrice, “La casa degli spiriti“.
Animo inquieto e cosmopolita, si trasferisce in Bolivia, in Europa e in Libano, proprio a causa del lavoro diplomatico del marito della madre. Nel 1959 torna in Cile e tre anni dopo sposa un uomo con cui avrà due figli. Il suo acume, la sua intelligenza ed il suo ardore emergono sin da giovane nel suo lavoro di giornalista. Attraverso la sua rubrica nella storica rivista cilena «Paula» diventa ben presto una figura rivoluzionaria.
Dopo il Colpo di Stato di Pinochet, si trasferisce a Caracas, per poi andare a vivere definitivamente negli Stati Uniti, dove conosce il suo secondo marito. Da questo momento in poi, comincia la fase più prolifica della scrittrice. È il periodo in cui si delinea il suo stile caratteristico, che unisce un linguaggio giornalistico e il realismo magico, la metafora e la brutalità, la responsabilità politica e storica e il romanticismo e la magia, il tutto condito da una acuta lucidità e un senso dell’umorismo dolce e indulgente. La sua opera è stata identificata nel movimento letterario meglio noto come “Posboom” o, come la maggior parte dei critici ama definirlo, “Novisima literatura“; le sue opere sono soprattutto autobiografiche, benché ella preferisca definirle “Memorias“, “collezioni di ricordi più vicine alla finzione che alla realtà. Tra i suoi romanzi più conosciuti a livello mondiale si ricordano “D’amore e ombra”, “Il piano infinito”, “La figlia della fortuna”, “Il mio paese inventato” e “L’isola sotto il mare“.
Vincitrice del Premio Nazionale Cileno per la Letteratura nel 2010, Isabel ha ricevuto molti premi e riconoscimenti: emblematici a tal proposito il Premio Malaparte ed il Premio Hans Christian Andersen di Letteratura.
Negli ultimi anni, ha scelto di dedicarsi all’universo dei bambini e dei giovani. Tra gli aneddoti, quello di cominciare un nuovo libro sempre l’8 gennaio, giorno in cui scrisse la lettera al nonno che stava morendo, divenuta poi la bozza per “La casa degli spiriti”.
“Non esagero quando dico che sono femminista dal tempo dell’asilo”, per citare uno dei suoi aforismi più belli.
Buon compleanno, incantatrice di lettori!