Pare ormai una triste certezza: la Ferrari sta buttando via un mondiale inizialmente sembrato alla portata, regalando puntualmente – ogni “maledetta domenica” – inediti capitoli del manuale “Come NON vincere una gara in 3 mosse”. Vittima predestinata ancora una volta il povero Charles Leclerc – leader incontrastato della prima metà di gara in Ungheria, trovatosi infine a transitare sotto la bandiera a scacchi in 6° posizione. Lontanissimo dai punti che contano. Non è andata meglio all’altro ferrarista Carlos Sainz, finito 4° e parso costantemente a disagio per tutta la gara nella guida della sua monoposto. Nel “pantano strategico” della Ferrari, a firma del capo della strategia della rossa Iñaki Rueda – contestatissimo sui social – si fanno largo Red Bull e Mercedes, con Max Verstappen che riesce nell’impresa di risalire dalla 10° alla 1° posizione, portandosi a casa una gara epica e 25 punti iridati, che sanno già di 2° titolo in bacheca – e Lewis Hamilton e George Russell che si piazzano nuovamente sul podio, per la seconda volta consecutiva dopo la Francia di 7 giorni fa.
HIGHLIGHTS DELLA GARA
Prima pole in carriera per George Russell, che parte bene davanti alle due Ferrari di Sainz e Leclerc. Scatta in modo feroce Hamilton dalla 7° posizione, subito all’attacco della McLaren dii Lando Norris, partito 4°. A metà gruppo parte bene Max Verstappen 10°, guadagnando subito 2 posizioni in curva 1. Le Ferrari partono su gomma media “gialla”, gli altri su gomma soft “rossa”. Nella prima parte di gara il terzetto Russell-Sainz-Leclerc fa il vuoto su tutti gli altri, aprendo un gap di circa 7 secondi dagli “inseguitori”. Nel gruppo Verstappen lotta come un leone, portandosi presto in 6° posizione – facendo un sol boccone delle Alpine di Fernando Alonso e Esteban Ocon. Intorno al giro 20/70 quasi tutti i piloti rientrano ai box per il cambio gomme: vanno tutti su gomma medium “gialla”. La Ferrari sceglie di non allungare il primo stint, richiamando Sainz al giro 18/70 e Leclerc al giro 22/70. Il monegasco rientra in pista dietro Russell ma davanti al compagno di squadra e si lancia all’inseguimento del pilota Mercedes. Al giro 31/70 Leclerc supera Russell alla fine del rettifilo del traguardo, con un sorpasso epico in curva 1, dall’esterno e con una staccata da “bollino rosso”, vietata ai deboli di cuore. A metà gara Leclerc è leader, con circa 5 secondi di vantaggio su Russell e 10 su Verstappen, ora in 4° posizione. Al giro 39/40 rientra per il 2° pit stop l’olandese della Red Bull. E qui si consuma il disastro Ferrari. Binotto e i suoi decidono che bisogna coprire la mossa dei rivali e allora richiamano Charles ai box, tralasciando che la gomma gialla della n. 16 avrebbe potuto girare ancora per almeno 10 tornate. I meccanici della rossa montano gomma dura “bianca” – sì, proprio quella che girava 2 secondi più lenta sul giro (chiedere conferma ad Alpine) – e ributtano il monegasco in pista. E’ il tracollo. L’immagine di un pezzo di carne succulenta gettata nella vasca degli squali. Leclerc inizia a crollare, girando anche 3 secondi più lento rispetto agli altri. In pochi giri lo superano sia Verstappen che Russell. E nulla cambia il testacoda di Max al giro 42/70, rientrato prontamente in pista. Ma il “capolavoro” rosso non finisce qua. Al giro 55/70 gli “strateghi” Ferrari richiamano ancora una volta Leclerc ai box, questa volta per mettere gomma soft, auspicando una rimonta che, tuttavia, non ci sarà mai. A questo punto anche Perez ha sopravanzato Leclerc. Strepitoso finale di gara “in crescendo” per Lewis Hamilton, campione ritrovato, che su gomma rossa supera prima Sainz – ora relegato alla 4° posizione – poi il compagno di squadra Russell – e si porta a casa anche il giro più veloce in gara.
Sventola la bandiera a scacchi! Verstappen vince, sul podio anche Hamilton (2°) e Russell (3°). Termina in 4° posizione Sainz, davanti a Checo Perez (5°) e Leclerc addirittura 6°.
“NON FIRMO PER UN 2° e 3° POSTO”
Così Mattia Binotto prima della gara, alludendo alla concreta possibilità di far doppietta in terra magiara. Alla fine sono arrivati un 4° e un 6° posto, figli dell’ennesimo pasticcio nelle strategie di gara. E allora è chiaro che in Ferrari qualcosa non funzioni affatto e che una Scuderia gloriosa come il “Cavallino rampante” non possa più permettersi certi goffi scivoloni – anche solo per difendere il suo autorevole blasone nel Circus iridato. Un segnale va dato. Gli errori sono ormai troppi e costano sia in termini di scarsi risultati sportivi che in termini di prestigio del brand Ferrari. E poi si rischia di bruciare un talento cristallino come Charles Leclerc, pilota amatissimo dai tifosi e capace di sorpassi e difese fenomenali.
CLASSIFICHE E CALENDARIO
Prima della pausa estiva Max mette una seria – e probabilmente definitiva – ipoteca sul mondiale, portandosi a + 80 su Leclerc. Mancano 9 gare al termine della stagione, ma il mondiale pare ormai ben indirizzato in casa Red Bull.
I motori si fermano per 4 settimane. Si riprenderà dopo la pausa estiva con il GP del Belgio – a Spa Francorchamps – che scatterà il 28 agosto alle ore 15,00.