Ad un avvocato americano è venuta la brillante idea di presentarsi in udienza portando in Aula non i codici di procedura, come sarebbe stato lecito aspettarsi, bensì l’intelligenza artificiale di ChatGpt.
E così Steve Schwartz, avvocato di un accreditato studio legale di New York, in una causa che vedeva il suo cliente contrapposto ad una compagnia aerea, ora rischia una sanzione disciplinare.
Si perchè, secondo la sentenza del giudice Kevin Castel citata dalla CNN, l’avvocato Schwartz, coadiuvato dal suo collega virtuale, ha citato «decisioni giudiziarie false e con citazioni altrettanto fasulle».
In particolare, si legge nella sentenza «La corte si trova davanti a una circostanza senza precedenti», Tra i presunti casi fantasiosamente citati : Varghese c. China South Airlines, Martinez c. Delta Airlines, Shaboon c. EgyptAir, Petersen c. Iran Air, Miller c. United Airlines, e Estate of Durden c. KLM Royal Dutch Airlines, sono tutti precedenti giudiziari inesistenti.
Se non ci fosse da piangere, potrebbe sembrare il remake del film “Amici miei”, una specie di supercazzola, con Antani, come se fosse Antani.
Ugo Tognazzi nelle parti dell’avvocato ed il Vigile urbano in quelle del Giudice.
Ma stavolta la Giustizia ha fatto il suo corso e il millantatore è stato scoperto e giustamente punito.
Da buon avvocato, Steve Schwartz ha tentato di difendersi addossando la colpa a ChatGpt e pubblicando la schermata del suo dialogo con in cui chiedeva se i casi citati fossero veri.
Per tutti i casi, rivelatisi falsi, ChatGpt aveva riposto “Si lo sono”
Morale della favole: per essere un buon avvocato non bisogna essere solo intelligenti, bisogna essere soprattutto sinceri e dire la verità, nient’altro che la verità…!