Alzi la mano chi utilizza la lavatrice di notte, stira nei giorni festivi e aspetta ad accendere il forno dopo le 19. Sei hai alzato la mano anche tu, rientri fra il 43,60% degli italiani che lo fanno regolarmente.
Ma, e sottolineo ma, secondo un’analisi di Selecta questa attenzione sarebbe del tutto inutile, poiché praticamente non c’è più differenza tra la tariffa mono e la bioraria
In buona sostanza, le tariffe multiorarie delle bollette della luce non farebbero spendere meno rispetto alla tariffa mono-oraria.
Quindi la fatica di utilizzare le fasce orarie non darebbe il risparmio sperato.
Ma quali sono (rectius erano) le fasce biorarie più convenienti?
La F2 tra le 7 e le 8 del mattino e tra le 19 e le 23 dal lunedì al venerdì e dalle 7 alle 23 il sabato
La F3 tra le 23 e le 7 del mattino dal lunedì al sabato e tutto il giorno di domenica e nei giorni festivi
Secondo l’analisi stilata da Selectra, la differenza tra tariffa monoraria e bioraria si è ridotta progressivamente dal 9,4% del 2007 all’1,1% (se tutto va bene) del 2024
Ma qual è la causa di questo livellamento? La diffusione delle energie rinnovabili, che ha spuntato la forbice del picco di prezzo registrato in passato durante le ore di punta
Particolare importanza nel contribuire a questo cambiamento del mercato energetico è stato il fotovoltaico passando dai 13 Gigawatt di potenza installata nel 2012 in Italia, agli oltre 30 GW attuali.
Infatti, la produzione e l’immissione di energia fotovoltaica avviene quando c’è il sole e di conseguenza nelle ore diurneil fotovoltaico sostituisce sempre di più le centrali alimentate a fonti fossili (prevalentemente a metano). Contemporaneamente il prezzo del gas è aumentato (oggi siamo intorno a 40 euro a megawattora, il doppio di tre anni fa, con punte di 350 euro ad agosto 2022), facendo salire il costo della produzione termoelettrica.
Secondo gli analisti di Selectra, un modello da seguire è quello spagnolo dove esiste già un mercato con 24 prezzi orari ogni giorno che variano a seconda della domanda e dell’offerta e con i quali il consumatore può parametrarsi.
Una specie di borsa dell’Energia elettrica: quando l’offerta di energia è maggiore, perché prodotta nel momento in cui vi è maggiore disponibilità, i prezzi scendono, secondo il meccanismo, chiamato Demand Response, basato sulla disponibilità e flessibilità del consumatore ad aumentare o a ridurre i propri consumi energetici a seconda dei picchi di domanda o di offerta del mercato elettrico. Secondo i dati dell’Autorità spagnola CNMC (Comisión Nacional de los Mercados y la Competencia), il 32,7% delle famiglie tiene in debito conto la differenza dei prezzi nelle diverse ore del giorno.
E poi ci sarebbero anche benefici ambientali: il consumatore in grado di sapere attraverso il contatore elettronico in quale momento della giornata la produzione da fonte solare (o eolica) è maggiore potrebbe sfruttare meglio l’energia pulita prodotta.
Certo, per i primi tempi già immagino la scena nelle case napoletane: «Antò, sono le otto meno un quarto, quanto sta 1 KW a quest’ora?».
«Quanto???»
«Noooo, stuta sta luce, per la parmigiana aspettiamo che cala la Borsa …»