
Usa – Creato per la prima volta un embrione ibrido uomo- pecora. La ricerca punta a riprodurre organi umani all’interno degli animali. Le implicazioni etiche non tardano ad arrivare.
Uno studio dell’università di Stanford ha compiuto un altro passo in avanti nell’ ingegneria genetica. Pare infatti non lontano un mondo nel caso possano svilupparsi organi xenogenici, organi umani coltivati all’interno di animali. Circa un anno fa era stato realizzato dallo stesso team di ricerca un altro embrione ibrido uomo – maiale introducendo una cellula umana su 100.000. Ad oggi invece l’università della California Davis ha dichiarato, ad un meeting della American Association for the Advancement of Science di Austin, in Texas, di aver introdotto una cellula umana su 10.000 in una pecora.
L’esperimento prevedeva l’inserimento di cellule staminali adulte ‘riprogrammate’ nell’embrione di pecora per poi lasciarle crescere per 28 giorni. Pablo Ross, uno degli autori dello studio, ha spiegato che le cellule durante tale periodo si sono riprodotte portando al successo lo studio; ha inoltre aggiunto che i passi da compiere sono ancora molti soprattutto se c’è in gioco l’intera “nascita” di un nuovo organo, dove si ha la necessità di un rapporto di 1 a 100. Gli scienziati ritengono che tale studio potrebbe portare non solo ad una maggiore offerta di organi ma addirittura ad un adattamento di questi al sistema immunitario del paziente, evitando dunque, qualunque tipo di rigetto.
Aperta anche la questione etica e le numerose domande in merito al tipo di organismo che verrebbe fuori dalle cellule miste. Giuseppe Novelli, genetista e rettore dell’università degli Studi di Roma Tor Vergata, rassicura “Le prime chimere pecora-uomo non devono fare paura . La notizia è un passo avanti verso la realizzazione di organi xenogenici, ovvero organi umani coltivati all’interno di animali, per rispondere alla richiesta dei tanti in attesa di trapianto.” ed aggiunge ” Di fronte a questa grave carenza di organi gli scienziati di tutto il mondo hanno tentato due strade: quella degli xenotrapianti, ovvero l’utilizzo di organi animali destinati agli esseri umani, e quella di coltivare organi umani nell’animale”. A ostacolare gli xenotrapianti è il rischio di trasmissione di malattie virali specifiche da una specie all’altra, “tanto che alcune ricerche sono mirate a bloccare questi virus che potrebbero risvegliarsi nell’organo trapiantato”.