
Sulla scena iniziale solo dei tavoli con rotelle, fino all’entrata della prima di dieci coppie di attori, protagonisti di “360°” – Liberamente tratto da “Girotondo” di A. Schnitzler. Avviene nel Nuovo Teatro Sanità, in piazzetta San Vincenzo, a Napoli. Le coppie si alternano sul palco, una per volta, proprio come nella versione originale, costruendo dieci piccoli “quadri” scenici, in cui ognuno cerca di sopraffare l’altro.
Nella versione originale il rapporto tra i due protagonisti era soprattutto amoroso, e si concludeva con l’appagamento sessuale, sebbene l’atto finale non venisse mai reso esplicito. Nella rivisitazione in chiave contemporanea i riflettori sono puntati sul rapporto di sopraffazione lavorativa – sociale. I protagonisti si incrociano per lo più perché lavorano insieme o sono l’uno il sottoposto dell’altro, e danzano attorno a un tavolo simulando preliminari di un rapporto sessuale che non avviene mai sulla scena, viene solo preannunciato e sempre rimandato a un secondo momento. In 360° si racconta l’impossibilità dei rapporti di coppia reali che, nell’epoca del sesso virtuale, vengono puntualmente sublimati. Inoltre, pur mantenendo lo schema delle dieci scenette dell’opera di Schnitzler, i registi Mario Gelardi e Carlo Caracciolo ne modificano l’ordine, sostenendo che “Girotondo è una catena, proprio per questo si può rivoluzionare lo schema voluto da Schnitzler e iniziare da un altro punto perché, comunque, si ritornerà a quello di partenza. Un angolo di 360°, appunto, in cui la partenza e l’arrivo si danno sempre la mano”.
Un cast davvero valido, che vede sul palco, oltre allo stesso Caracciolo, Riccardo Ciccarelli, Annalisa Direttore, Fabiana Fazio, Annarita Ferraro, Carlo Geltrude, Irene Grasso, Gennaro Maresca e Alessandro Palladino.
La scenografia, per quanto scarna, rispecchia perfettamente l’idea del girotondo, i tavoli fanno da “sfondo dinamico” ai vari sketch. L’attenzione del pubblico ricade solo sugli attori, e anche le luci e la musica contribuiscono a dare vivacità e dinamicità a uno spettacolo che riesce, pur trattando un tema serio della società contemporanea, a risultare leggero e divertente.