Roma – Sciolte le Camere dopo la consultazione tra Mattarella e i presidenti dei due rami del Parlamento. Si voterà il 4 Marzo.
Il pomeriggio del 28 Dicembre ha decretato la fine della XVII legislatura dello stato italiano. A deciderlo il presidente Mattarella dopo l’incontro con Gentiloni e i presidenti di Camera e Senato, rispettivamente Laura Boldrini e Pietro Grasso. Del resto, segnali chiari erano arrivati quando per lo Ius Soli, nell’ultima seduta del Senato del 23 Dicembre, erano mancati i numeri legali con M5s, Lega, Forza Italia e parte del PD assenti. Il Presidente del Consiglio resta però in carica per gli affari correnti e non è escluso che debba reggere in periodi difficili se dalle urne non dovesse uscire un risultato che riporti una chiara e cospicua maggioranza.
Il Consiglio dei ministri ha inoltre già approvato un decreto sulla data delle nuove elezioni che con tutta probabilità avranno luogo il 4 Marzo. Dopo l’esito della votazione si avranno “Le elezioni delle nuove Camere” che ” hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti” come recita l’articolo 61 della Costituzione italiana. Le Camere saranno dunque convocate per il 23 Marzo affinchè vengano nominati i rispettivi presidenti delle Camere.
Gentiloni: “La verità è che l’Italia si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del dopoguerra” – ha poi proseguito aggiungendo –“Dovevamo evitare interruzioni brusche e traumatiche in un momento molto delicato per l’economia italiana e per la nostra società che stava leccandosi le ferite, stava e riprendendo fiato ed in alcune regioni stava rimettendosi a correre. Sarebbe stato grave, devastante arrivare a interruzioni traumatiche ed esercizi provvisori. Non dilapidare gli sforzi fatti fino ad ora deve essere il primo impegno della prossima legislatura, sarebbe da irresponsabili non impegnarsi. Siamo all’inizio di questo percorso. C’è molta strada da fare. Guai a immaginare un futuro di piccolo cabotaggio. Il mio governo era nato un anno fa dopo la sconfitta del referendum, le dimissioni di Renzi e con le difficoltà del Pd, ma non abbiamo tirato a campare”.