All’Archivio Storico continua la costante riscoperta degli antichi sapori e profumi al tempo dei Borbone attraverso un’offerta degustativa unica e pensata per i primi freddi. Nuovi piatti che, partendo dai “classici” della tradizione, sono intrisi di una nuova e vitale linfa. Un menù invernale tutto da scoprire curato dall’estro creativo dello chef stellato Pasquale Palamaro, fiore all’occhiello del premium bar della collina vomerese.
Riscoprire le prelibatezze al tempo del Regno delle Due Sicilie e, al contempo, mantenere salda la memoria storica di una delle casate più gloriose del Mezzogiorno d’Italia. Sono questi gli obiettivi che Luca Iannuzzi persegue da anni con il concept ristorativo “Archivio Storico“.
Ambienti eleganti e raffinati che, dominati da candele e dipinti raffiguranti i cinque principali re borbonici, caratterizzano il ristorante e premium bar sito a Via Scarlatti 30. Una location che trasuda di storia, dunque, a cui ben si allinea una ricca offerta enogastronomica, la quale si avvale della consulenza dello chef stellato Pasquale Palamaro.
“L’Archivio Storico nasce con l’intenzione di raccontare a chi lo frequenta un consistente pezzo di storia che è stato determinante nella definizione della Napoli che oggi tutti apprezzano – spiega Iannuzzi– Non possiamo negare l’enorme bagaglio gastronomico che l’epoca borbonica ci ha lasciato. Tutti i napoletani consumano quasi ogni giorno una pietanza le cui radici affondano proprio in quell’epoca. Il gattò di patate, ad esempio, o la parmigiana. Insomma, le tavole dei napoletani sono costanti testimonianze dell’epoca borbonica”.
Il nuovo menù invernale, presentato nel corso del press lunch riservato alla stampa, rielabora i grandi “classici” della cucina napoletana attraverso l’aggiunta di nuovi “elementi” – quali l’inserimento di un nuovo ingrediente o la rivisitazione nella forma – capaci di conferire, ad ogni singola portata, nuova linfa.
A tal proposito, Palamaro commenta: “L’esperienza all’Archivio Storico mi ha reso particolarmente felice dato che nel mio percorso lavorativo mi propongo non soltanto di servire buon cibo ma anche, e soprattutto, di diffondere la cultura gastronomica locale, quale patrimonio storico e culturale fortemente identitario del territorio”
Archivio Storico: ecco il nuovo menù invernale curato da Chef Palamaro
Un piacevole e fresco aperitivo dalle note agrumate ha anticipato le quattro portate previste in menù: si tratta de “La Bicicletta”, la bevanda a base di Campari realizzata ad hoc dal bar manager Salvatore D’anna, autore di una nuova drink list eco-friendly.
L’entrée è stata caratterizzata dal “Cavolo cappuccio brasato nel burro di nocciola, uova di lampo e capesante”. Il piatto, dall’aspetto invitante e profumato, raccoglie in sé tutta la dolcezza del cavolo cappuccio che ben si amalgama con le capesante e le uova di pesce. Il piatto è stato abbinato ad una falanghina bianca “Campi Flegrei” (2016) di Contrada Salandra.
Il percorso degustativo è proseguito con i “Vermicelli alla Borbonica”, un primo piatto composto da: spaghetti all’aglio nero, peperoncino su letto di carpaccio d’orata e guarniti con mollica di pane croccante. Un primo che rivisita antichi sapori come i “uermiculi aglio e uoglie” , il piatto povero illustrato da Ippolito Cavalcanti nella sua “Cucina Teorico Pratica”.
Terra e mare si sono congiunti con “La braciola“, secondo piatto ideato dai Monzù, che nella versione di Palamaro è composta da: braciola di vitiello farcita con pizza di scarole, salsa di pinoli e alici di Cetara. Al piatto non poteva che essere abbinato un Piedirosso Campi Flegrei di Contrada Salandra.
Dulcis in fundo, l’eclair mandorle e lamponi. Il dolce, caratterizzato da pasta choux, ripieno di crema pasticcera e glassato con crema ai lamponi, è stato abbinato al “Cover Club” di Salvatore D’anna, un drink a base di gin, Vermouth dry, succo di limone, sciroppo di lamponi e chiaro d’uovo. Un dessert sfizioso, dunque, d’origine francese il cui nome è traducibile in “lampo” in quanto viene degustato con la stessa rapidità del bagliore atmosferico.