
Stiamo vivendo uno dei periodi storici più tormentati di sempre, in cui dominano incertezza e paura, di contagi, povertà, malattia, morte. Uno scenario apocalittico in cui occorrevano il buonsenso, scelte oculate da parte di una politica che in Italia è andata sempre più degradando a teatrino di provincia (dove qualche vanesio personaggio si è esposto a suon di comparsate televisive). Una volta esistevano i partiti, un apparato ideologico e logistico in cui i leader si muovevano sicuri. Dopo fu re Berlusconi, egocentrico e ambizioso quanto un re Sole di quartiere. Tramontato il piccolo re buffone ecco il toscano Renzi per finire con l’avvocato Conte. Il punto è che nonostante questo avvicendarsi e l’esplodere di una pandemia mai vista in passato, la politica non è stata in grado di dare risposte serie ai problemi del Paese e di cercare insieme ai cittadini soluzioni praticabili. Si è preferito scegliere la strada più facile: far ricadere ogni responsabilità sul comportamento dei singoli senza aver portato nessuna miglioria al sistema sanitario ed economico in questi anni. Nel mirino sono finiti bar, ristoranti, localini in cui forse nessuno si è mai contagiato ma che sono serviti da capro espiatorio per le gravi inadempienze di chi governa (anche a livello regionale). Si è occultato quelle che sono le gravissime carenze del sistema: scuola, ospedali, infrastrutture, trasporti, medicina di base. Non credo, come afferma qualcuno, che siamo entrati in una dittatura sanitaria, ma il terrorismo psicologico sui morti, le immagini raccapriccianti mostrate in TV, l’elenco giornaliero dei contagi mi fanno pensare che è molto più facile governare con la paura che con l’etica. Platone e qualcun altro lo avevano capito.
Non è esistita un’efficace strategia sanitaria nazionale. E’ vero, si tratta di un virus nuovo, per molti versi sconosciuto, tuttavia la medicina, in particolare la virologia nasce per questo, per fronteggiare virus, batteri etc… Deve dotarsi di un protocollo, sperimentare, agire.
Si è ricorso al vecchio sistema del nascondimento, convinti che una mano qualcuno da qualche parte prima o poi ce la dava. La politica che gioca a nascondino è il primo atto, il secondo più penoso è la politica che delega i virologi ad epidemiologi, a parlare, a dare risposte che lei non è in grado di fornire. Lo spettacolo è stato deprimente, con decine di opinioni discordanti e contraddittorie.
Bisogna chiedersi se di fronte ad avvenimenti enormi, ma purtroppo possibili, è lecito avere un piano, un protocollo?
Se una società dominata dalla tecnica può affidarsi al lavaggio delle mani, alle mascherine ed al distanziamento tra esseri umani. Una società in cui ci si guarda le spalle costantemente, nemici gli uni con gli altri, vittime di un’alienazione fuori dal tempo.
Extranei senza compromessi.