
Nuove importanti scoperte archeologiche sono state portate alla luce nella antica città di Cuma, già nota per la sua acropoli, dall’ Università Federico II , dall’ Orientale insieme con l’ istituto di ricerca francese Centre Jean Beràrd che svolgono ricerche e scavi su concessione della Sovrintendenza Archeologica.
I ricercatori hanno individuato l’impianto urbanistico della città greca, la porta mediana, l’ officina metallurgica e il tracciato della antica via Domiziana.
I risultati degli scavi sono stati eccezionalmente mostrati al pubblico grazie all’ iniziativa del parco archeologico dei Campi Flegrei in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2018; il pubblico ha potuto assistere alle attività dei cantieri (tuttora in corso) e ammirare i ritrovamenti.
I lavori per riportare alla luce interessanti testimonianze archeologiche, sia greche che romane, risalenti fino al settimo secolo a.C. sono cominciati nel 1994 su di un’area di circa 2 km quadrati, ma procedono a singhiozzo a causa della scarsità dei fondi a disposizione.”Gli scavi hanno consentito interessanti scoperte” ha detto Filippo Russo, tra i responsabili del Parco Archeologico “grazie al lavoro dei volontari e delle Università”.
Cuma è un sito archeologico della città metropolitana di Napoli nel territorio dei comuni di Bacoli e di Pozzuoli, localizzata nell’ area dei Campi Flegrei, il suo nome deriva dal greco e significa “Onda”; fu una delle colonie elleniche della Magna Grecia e anche uno degli insediamenti più antichi e più lontani da esso, fondata dagli Eubei di Calcide.
Cuma fu una delle colonie che diffusero in Italia la cultura greca, strettamente legato a questa città è il mito della “Sibilla” che insieme con il suo “Antro” costituisce un’ attrazione turistica notevole.