New Delhi – Svolta epocale in India, la Corte Suprema depenalizza l’adulterio. Solo gli uomini potevano denunciare le consorti.
Oggi l’India si è svegliata con un nuovo volto: dopo 160 anni viene cancellato l’articolo 497 del Codice Penale che considerava l’adulterio un crimine. L’uomo che aveva intrapreso una relazione con una donna sposata e ritenuto colpevole, rischiava fino a cinque anni di carcere. Alla donna invece, erano inflitte severe punizioni e crudeli torture spesso eseguite in pubblico.
La norma, ritenuta incostituzionale e andata in vigore già da prima dell’indipendenza, concedeva al solo marito il diritto di citare in giudizio l’amante della moglie. Dipak Mishra, giudice supremo, ha dichiarato:” qualsiasi norma che si basi sul concetto di disuguaglianza tra uomini e donne è incostituzionale: il comma 497 offende la dignità delle donne” aggiungendo poi “L’adulterio può non essere la causa di un matrimonio infelice, ma, semmai la sua conseguenza”. La più alta istanza giuridica indiana,con l’abolizione di tale norma, ha di fatto ridisegnato anche la figura della donna, non vista più come un oggetto nelle mani del suo sposo ma come un essere umano. La svolta epocale è arrivata dall’assunto della Corte Suprema secondo il quale ” il marito non è il proprietario della sua sposa” e che ” La superiorità legale di un sesso su un altro è sbagliata”.
La svolta epocale arriva in un momento di grandi cambiamenti per l’India: solo qualche settimana fa era stata abolita una norma che vedeva come un reato le relazioni omosessuali. Il massimo organo giudiziario indiano ha dichiarato incostituzionale l’articolo di epoca vittoriana. Purtroppo la sentenza è arrivata alquanto in ritardo se si pensa che sono migliaia gli uomini perseguitati e torturati perchè omosessuali.