Vita non semplice, quella del ciclista londinese: tra alti livelli di smog e le continue “showers” marchio di fabbrica del clima britannico, su strade dove i bus hanno due piani e i vigili urbani… sei zampe, i riders hanno dovuto fronteggiare anche una recrudescenza della lotta contro il tradizionale arci-nemico: i tassisti, il cui leader li ha di recente paragonati all’Isis!
In soccorso dei pedalatori della capitale, ecco la proposta di riconvertire (anche) a pista ciclabile tre segmenti in disuso della metropolitana. Un piano già insignito del ambito Best Conceptual Project, e sviluppato da un gruppo di architetti (quelli dello studio Gensler) che negli ultimi anni ha firmato l’aeroporto di Denver e il quartier generale di Facebook, il restyling del Roland Garros parigino e degli store Ferrari e Burberry, le Shangai Towers e mezza Dubai.
Nel concreto, il progetto London Underline prevede la trasformazione di tunnel ferroviari dismessi in percorsi ciclabili integrati con corsie pedonali dedicate a relax, shopping, happy hour. Nella ex tube non circolerebbero mezzi di trasporto se non appunto le biciclette e sarebbero proprio queste (grazie alla stessa pavimentazione dinamica delle ciclabili olandesi di ultima generazione) a rendere autosufficiente l’intero complesso, permettendo addirittura l’accumulo dell’energia in eccesso.
Rispetto a un analogo progetto di qualche tempo fa (lo SkyCycle, che prevedeva la creazione di piste ciclabili sopraelevate) Underline ha il vantaggio di utilizzare infrastrutture già esistenti e al momento in disuso; vision che pare perfettamente in linea con quella del sindaco Boris “il rosso” Johnson, notoriamente un sostenitore di tutto quanto sia ecologico e sostenibile, e di recente firmatario di un piano da 160 mln di sterline per la costruzione di due “superstrade” ciclabili nella City.
I primi tratti riconvertiti, se Underline effettivamente si farà, dovrebbero essere lungo la ex Picadilly Line – da Holborn a Aldwych – e sulla Jubilee, da Green Park a quella Charing Cross Road immortalata dal bel film quasi omonimo con sir Anthony Hopkins e Anne Bancroft. Che non andavano in bici, ma avrebbero certo apprezzato un’oasi in piena Londra senza smog né traffico.