
Jobs act: uno dei provvedimenti più discussi e criticati del Governo Renzi, ha ottenuto proprio ieri l’approvazione dopo il voto di fiducia del Senato. Se ne è parlato tanto, “odiosamato”, malmenato ed osannato, a seconda dei diversi pareri. Ora è legge.
Quali i cambiamenti? Ad insospettire e spaventare i cittadini è soprattutto la questione della sorte articolo 18, modificato notevolmente, uno dei punti per cui Renzi si è fortemente battuto. Così afferma il premier, con fiducia ed ottimismo, dopo il risultato raggiunto: “Eliminiamo l’articolo 18, certo, totem di un passato che non c’è più. Ma soprattutto diamo all’Italia un mercato del lavoro moderno e funzionale, con regole certe ed inclusive.” Ora si aspettano i vari decreti, dei quali è prevista discussione entro la fine dell’anno. Ecco cosa prevede la delega approvata dal Senato.
- Contratto a tutele crescenti per i neoassunti: La delega stabilisce l’introduzione di nuovi contratti a tempo indeterminato in base all’anzianità del lavoratore, muta l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Ciò significa che ci sarà possibilità di reintegro in caso di licenziamento per ingiusta causa, nullo o discriminatorio, e per quelli legati in modo particolare al comportamento del lavoratore. Si aspettano perciò i decreti, previsti per la fine di dicembre, che chiariranno meglio e nella fattispecie di quali casi si tratti. Se il Governo riuscirà a portare a termine il tutto entro dicembre, sarà previsto uno sgravio contributivo, specificato dalla Legge di Stabilità, per le assunzioni del prossimo anno. Per i licenziamenti dovuti a deficit economico, se considerati ingiustificati, è previsto solo l’indennizzo.
- Revisione di contratti di lavoro e delle collaborazioni. Per garantire maggiore stabilità ai lavoratori, è prevista la normalizzazione dei contratti a tutele crescenti, fino a farli diventare una consuetudine. Inoltre l’intento del Governo è quello di eliminare, col tempo, tutte quelle forme contrattuali di collaborazione o coordinamento ritenute infruttuose, riducendole notevolmente, creando anche un testo nel quale vengano esplicate le diverse tipologie contrattuali.
- Controllo a distanza: Inserite nuove modalità di controllo e supervisione della strumentazione di lavoro e degli impianti, nonché la revisione della disciplina che regola e stabilisce le norme della riorganizzazione o riconversione aziendale con una maggiore flessibilità per il lavoratore nel “passare” da un ruolo all’altro, fino ad arrivare al demansionamento. Si snellisce il percorso quindi di inquadramento dell’assunto, in quanto si tiene conto della sua formazione, della professionalità e delle esigenze, condizioni esistenziali ed economiche.
- Riforma Cig: Con il provvedimento, non sarà più possibile dopo la cessazione definitiva dell’attività, avviare la Cig. Questo consente una garanzia al lavoratore, e una considerazione maggiore della sua storia contributiva. Si rivede anche la soglia dell’arco di durata del sussidio (attualmente due anni per la cassa ordinaria, quattro per la straordinaria). Diminuzione delle aliquote di contribuzione ordinaria (oggi al 1,9%) con una rimodulazione tra i vari settori di impiego.
- La riforma dell’Aspi introduce invece un trattamento dello stato di disoccupazione che tenga conto anche della storia contributiva maturata negli anni, e un allargamento del periodo per le carriere contributive più “ricche”.
- Auto-impiego e nuove assunzioni: nasce un’Agenzia nazionale dell’impiego, istituita al fine di snellire e semplificare l’instaurazione rapporto di lavoro e la sua costituzione. Il procedimento sarà svolto esclusivamente tramite via telematica.
- Infine, tutte le leggi ed i decreti entreranno in vigore solo il giorno seguente alla pubblicazione dei medesimi sulla Gazzetta Ufficiale, e qualsiasi intervento normativo verrà applicato con una particolare attenzione a non incrementare oneri sui cittadini (no vacatio legis).