
C’è chi pensa ad infangare il diverso, con la propria insita debolezza, e chi a lavorare, per l’appunto. Dopo le numerose polemiche riguardo la rivoluzione che il jobs act dovrebbe inaugurare presto, c’è chi si chiede: cosa cambierà per i lavoratori? Domanda lecita. Ecco tutti i chiarimenti sul decreto, il quale ha trovato l’approvazione del Senato, ecco i principali contenuti.
- Contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti per i neo-assunti. In breve, la delega non cita minimamente l’articolo 18, e per questo motivo ha scatenato le polemiche del M5s e dei sindacati, perché è vero che in questo modo è prevista una maggiore considerazione dell’anzianità maturata dal lavoratore, ma è anche vero che sbiadisce sempre più il diritto alla motivazione di un licenziamento. Saranno i decreti a spiegare le modalità di reintegro per licenziamento illegittimo.
- Riordino delle forme contrattuali e dei rapporti di lavoro. Ovvero, il contratto a tutele crescenti vorrebbe sostituirsi alle altre forme contrattuali, fino a diventare la principale. Questo per contribuire a sfrondare il numero delle tipologie di contratto esistenti, proponendo anche l’ideazione di un testo organico che riassuma in se’ tutte le forme contrattuali esistenti e i rapporti di lavoro.
- Maggiore flessibilità e controllo distanziale. Si ripensa quasi totalmente la figura del lavoratore in riferimento alla sua mansione principale per cui è assunto. Cioè, questo significa che il “salto” da una mansione all’altra, da un livello di competenza e/o responsabilità è più flessibile. Potenziamento e revisione anche per i lavori a distanza, o i cosiddetti tele-lavori.
- Riforma CIG. Sarà possibile accedere alla Cig solo a seguito di riduzione dell’orario lavorativo e non più prevista l’adesione in caso di cessazione attività aziendale. I periodi di durata dell’indennità -oggi due anni per la cassa ordinaria, quattro per quella straordinaria- verranno ridotti con una richiesta di maggiore fattiva, partecipazione alle aziende che ne usufruiscono.
- Riforma Aspi. Cambiano anche modalità e criteri di assegnazione dell’assegno di disoccupazione. Come? Sarà rapportata al percorso contributivo già effettuato dal lavoratore, con incremento fino a 18 mesi per coloro i quali dimostrino di avere alle spalle una carriera contributiva notevole.
- Disoccupazione universale. Si prevede l’universalizzazione dell’Aspi, includendo anche i contratti CO.CO.PRO, i lavoratori assunti con questo tipologia di contratto, infatti, oggi non hanno alcun diritto in tal senso.
- Snellimento delle procedure . La maggior parte dell’iter burocratico verrà svolto tramite via telematica, per semplificare il percorso di amministrativo: ovvero costituzione del rapporto di lavoro, gestione e cessazione dello stesso.
- Introduzione delle ferie solidali. Nel caso in cui un dipendente abbia maturato o accumulato un plus di ferie, può cederle ad un altro dipendente per motivi di assistenza o cura dei figli minorenni.
- Incentivi per l’auto-impiego e l’assunzione. E’ prevista, inoltre, l’istituzione di un’Agenzia nazionale per l’impiego sfruttando le risorse umane, economiche e strutturali già attive.
- Contratti di solidarietà. Una linea “espansiva” quella proposta dal governo Renzi per aumentare l’organico, riducendo l’orario di lavoro, offrendo un numero maggiore di posti.