
Anche perché siamo in periodo di campagna elettorale, e di campagna elettorale dominata dai monologhi televisivi del leghista di gran moda Matteo Salvini, risulta opportuno fare chiarezza su alcuni aspetti relativi all’immigrazione o meglio, proprio per non cedere alle semplificazioni, al fenomeno migratorio. A parte le fesserie più grosse e smandrappate quotidianamente sparate dall’ineffabilmente “felpato” Matteo Salvini grazie alla condiscendenza dei suoi amici conduttori televisivi sempre pronti (altresì proni) ad ospitarlo in trasmissione per una questione di ascolti che schizzano quando gli italiani, un certo numero di italiani, possono sbavare dalla bocca prendendosela con qualcuno altro da loro per la situazione attuale dell’Italietta del terzo millennio, appare ormai insopprimibile la necessità di sfatare alcuni miti che a parer nostro stanno arraffando troppa credibilità. Con l’ausilio del sito di informazione sociale “redattoresociale.it”, abbiamo avuto la conferma di alcune “bufale” che, ossessivamente ripetute dal vecchio politicante Salvini fino a provocarne la ripetizione ebete pure da parte di molte altre persone, vogliamo riportare in elenco, come luoghi comuni da stanare in merito ai flussi migratori e ai migranti che arrivano in Europa e nel nostro Paese. Alcuni di questi luoghi comuni contengono addirittura tratti di verità e di problemi tangibili, ma il modo in cui Salvini e tutti i neo-lepennisti come lui li espongono non fa altro che renderli inverosimili al comprendonio di chi ne abbia una minima conoscenza.
A margine, a parziale merito dei candidati alla presidenza della Regione Campania, dobbiamo ammettere che questi non stanno ciurlando nel manico e non stanno cavalcando l’onda del momento per strappare qualche voto in più. Sia Caldoro che De Luca, i favoriti alla vittoria finale, stanno rispettando un probabile tacito accordo finalizzato a estromettere dalla propaganda elettorale i temi troppo strumentali dell’immigrazione, materia peraltro che esula dalle competenze delle Regioni. È pur vero che Caldoro e De Luca non stanno risparmiando nessun altro tema nel tentativo di superarsi nella corsa al favore degli elettori, ma almeno lasciando da parte i troppo facili populismi sull’immigrazione. Immigrazione che, a essere onesti, forse proprio in Campania diventa un problema, stante l’altissimo numero di irregolari (stranieri senza permesso di soggiorno) e di sfruttati che da aprile a settembre vivono nelle campagne della litoranea domizia, dell’agro nocerino e della valle del Sele. Secondo alcune fonti in certe zone si arriva ad una proporzione fra italiani e immigrati di due a uno, cioè su tre persone due sono italiane e una immigrata. La situazione, quindi, è davvero emergenziale e illegale, evidentemente clamorosa, eppure nessuno se ne accorge, forze dell’ordine comprese. Ma sappiamo come funzionano le tirate sull’immigrazione: quando gli immigrati servono per lavorare in campagna con paga di due euro all’ora il problema non c’è, non esiste, non è un problema e non tocca le corde della gente. In questi casi gli immigrati diventano schiavi, pure contenti di esserlo, e allora il nostro senso di superiorità e di razzismo di ritorno può finalmente uscire dai recinti dell’inconfessabile e specchiarsi nella realtà, nella sottomissione degli immigrati ai nostri meritori caporali dello sfruttamento. Caporali dello sfruttamento che per cinque/sei mesi all’anno diventano reggenti incontrastati (e incontrastabili) delle politiche del lavoro, novelli George Shelby delle tante capanne dello zio Tom disseminate sulle rive del Volturno, del Sarno e del Sele. Siamo in Campania nell’anno 2015, ma se fate un giro nelle piantagioni di pomodoro chi ha studiato qualcosa potrà facilmente sentirsi nell’Oklahoma dell’800 e scorgere nelle acque torbide del Volturno i riflessi cremisi del Red River. Chi non mai studiato un cavolo non proverà alcuna sensazione storico/letteraria, solo quella abituale di trovarsi in un contesto di umano degrado uguale a se stesso da trent’anni.
Ma vediamo nel dettaglio l’elenco di cui abbiamo parlato all’inizio.
Prima bufala: “L’invasione”
Non c’è nessuna invasione in atto dall’Africa verso le coste italiane. Confrontando i dati reali, si nota che il numero di sbarchi nel primo quadrimestre del 2015 è più o meno uguale a quello dello scorso anno, anzi nei primi mesi del 2014 erano arrivate tremila persone in più. A centuplicare, insopportabilmente, è stato il numero dei morti in mare: 17 nel 2014, 1700 nel 2015…
Seconda bufala: “Sono troppi e costano troppo”
Nel 2014 più di 170000 migranti sono sbarcati sulle coste italiane, non più di 68000 attualmente vengono ospitati nelle strutture di accoglienza (dati del Ministero degli Interni). Ogni migrante “costa” 35 euro al giorno, soldi che vengono versati alle cooperative di cui i comuni si avvalgono per la gestione dell’accoglienza. Che poi queste cooperative non di rado siano imprese criminali non è responsabilità dei migranti, tantomeno di quelli che ci lavorano come dipendenti. Il noto Salvatore Buzzi, ras delle politiche sociali di Roma Capitale, diceva al telefono di guadagnare di più con gli immigrati che con la droga. Proprio in seguito allo scoperchiamento del pentolone romano le rette quotidiane sono state più che dimezzate. Oggi, dei 35 euro giornalieri, in media poco più di 2 pezzi vengono dati ai migranti per le necessità personali. Il cosiddetto “pocket money”, una diaria giornaliera che le cooperative più “parsimoniose” neanche versano ai migranti…
Terza bufala: “Vengono tutti in Italia”
L’Italia, in realtà, è il terzo Paese europeo (insieme alla Francia) in termini di numero di richieste d’asilo, dopo Germania e Svezia. Se poi si esce dai confini europei si scopre che la maggior parte dei richiedenti asilo viene accolta non dai Paesi ricchi bensì da quelli in via di sviluppo. L’ultimo “Rapporto sulla protezione internazionale” evidenzia che l’86% dei rifugiati nel mondo si trova in Paesi che sono solo sulla via (ancora molto lunga) del benessere, e che altri Paesi in deciso stato di malessere come Pakistan, Etiopia, Sud Sudan e Kenya hanno provveduto da soli a dare protezione a quasi tre milioni di rifugiati, ossia il 24% del totale mondiale. E si tratta di Paesi disgraziati, poverissimi, con nessuna responsabilità nelle disgrazie degli altri Paesi, a differenza dei governi europei e nordamericani…
Quarta bufala: “Arrivano tutti via mare”
I migranti che vivono in Europa sono in maggioranza comunitari e si spostano perlopiù via terra con autobus o treni. Inoltre, secondo l’ultimo rapporto di Frontex anche gli africani che arrivano attraverso la rotta dei Balcani (quindi terraferma) sono molti di più di quelli che arrivano attraversando il mar Mediterraneo.
Quinta bufala: “L’Africa si sta riversando in Europa”
I migranti africani, dicono i dati ufficiali, sono una netta minoranza rispetto a quelli provenienti dall’Europa non ricca e dall’Asia. Sarebbe più opportuno dire che l’Europa povera si sta riversando (inevitabilmente) in quella ricca. A proposito, un nuovo tormentone dice che i migranti economici (cioè quelli che lasciano i propri paesi “solo” per ragioni di povertà e non di guerra) non dovrebbero ricevere accoglienza e men che meno asilo politico; ma allora i tanti cinesi che arrivano in Italia, mettono su fabbrichette senza regole, guadagnano e portano i soldi in patria, da quale guerra stanno scappando? Saranno mica tibetani?…
Sesta bufala: “Gli scafisti sono trafficanti”
Differenza più di forma che di sostanza ma che è comunque bene chiarire. Gli scafisti sempre più spesso sono reclutati fra gli stessi “viaggiatori” in cambio della gratuità del viaggio o di un forte sconto. I trafficanti invece, cioè quelli che intascano i soldi pagati dai migranti per fare il viaggio, hanno capito che, se arrestati in acque italiane, rischiano la galera. Così affidano il compito a qualche cliente più o meno capace nella navigazione.
Settima bufala: “L’Africa si sta riprendendo con gli immigrati quello che gli abbiamo rubato”
Se gli africani volessero vendicarsi per tutto quello che alcuni Paesi europei (l’Italia c’entra poco) gli hanno rapinato e ancora continuano a rapinare, dovrebbero mandare in Europa pure gli animali selvaggi…
Ottava bufala: “In America ai clandestini messicani gli sparano! In Canada non entri neanche con un lavoro! In Svizzera se non lavori ti cacciano a calci! In Australia hai tre mesi di tempo per trovare un lavoro, poi te ne vai!..”
Magari non si tratta di bufala. Ma noi vogliamo essere diversi.