
“Fedra. Diritto all’amore”, in scena dal 25 al 30 Novembre al Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo. Regia di Consuelo Basilari, testo originale di Eva Cantarella. Ad interpretare il ruolo di Fedra Galatea Ranzi (Premio Eleonora Duse 2012).
Il dramma di Euripide viene rivisitato da Consuelo Barilari in chiave moderna, e incentrato su un unico personaggio, Fedra, per l’appunto, che:
“nella trasfigurazione della morte diventa simbolo della libertà e paladina del Diritto universale all’Amore. Ella nasce dal cambiamento, ovvero dalle ceneri della Fedra prigioniera della classicità. Il risultato è un’operazione molto attuale. Nel tentativo di visualizzare emotivamente l’interiorità dell’eroina tragica di Euripide, si raccolgono i retaggi della più moderna visione poetica della classicità. La tecnica delle proiezioni e del multimediale supporta la drammaturgia del testo classico con un nuovo livello di linguaggio che si intreccia e si compenetra con la parola.”
(Consuelo Barilari)
Nella tragedia greca di Fedra era più che altro un tramite, un mezzo utilizzato dalla divinità di Afrodite per effettuare la sua vendetta su Ippolito, figlio di Teseo: fa sì che Fedra si innamori di lui, che venerava soltanto Artemide, e, nonostante i due protagonisti mantengano il silenzio e non commettano peccato, il corso delle azioni, manipolato dalle divinità, punisce entrambi: lei muore suicida e lui sotto un carro. Era stata commessa ὕβϱις, già nel momento in cui Ippolito aveva disdegnato Afrodite, e, per il principio della colpa oggettiva, qualcuno doveva pagare, affinché il caos tornasse ordine.
Nella società moderna non è così. Fedra rivendica il suo diritto all’amore, è una nuova Fedra che instancabilmente nel corso del monologo ripete che lei ha lottato, e che quella di amare è stata una sua scelta.
Questo personaggio femminile ha sempre affascinato scrittori e registi di tutti i tempi: da Seneca a D’Annunzio, che ne fanno la protagonista delle loro opere – in D’Annunzio per la prima volta si evince la volontà di Fedra – al film di Jules Dassin, la cui scena finale, in cui Ippolito muore in un tragico incidente d’auto, viene ripresa nel dramma di Consuelo Basilari, e proiettata su un velo che divide il palco dagli spettatori.
La nuova Fedra è molto diversa. La sua non è una colpa, così come sostiene la protagonista, la sua unica colpa è quella di aver mentito, e accusato Ippolito di violenza nei suoi confronti, ma giammai quella di aver amato, Fedra rivendica le proprie esigenze di donna; anche se tormentata, è consapevole delle proprie scelte, in lei il cambiamento è l’esigenza primaria a cui rispondere con il proprio istinto, è ribelle e determinata nella trasgressione, pronta a sfidare nella ricerca della libertà la condanna morale della famiglia e della società. Un personaggio dirompente, profondo, sfaccettato, molto evoluto, capace di capire come rompere gli schemi e l’ordine della cultura patriarcale pur nel terribile tormento mentale.
La messa in scena, ideata dalla regista Consuelo Barilari, Direttore Artistico del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che si ispira all’atmosfera del cinema “noir” e che colloca Fedra, in una “altra” dimensione, creando un nuovo potente immaginario che la presenta in una modernità stilizzata nel glamour degli anni sessanta, tra raffinatissime toilettes, turbanti e pettinature platinate perfette.
Fedra intravede attorno a sé i fantasmi dei personaggi del dramma, e confonde la propria immagine con se stessa nel gioco di luci e ombre e proiezioni di vari tipi -alcune coerenti con lo spettacolo, altre meno – sul velo che divide palco e spettatori.
È interessante la scelta di porre la fine della storia all’inizio della scena: si vede prima l’incidente di Ippolito, e poi parte il flashback di Fedra, in cui racconta la sua storia, le sue origini, e la sua esperienza d’amore con Ippolito – esperienza che nella tragedia di Euripide resta “platonica”, mentre nel dramma diventa un amore vissuto in tutti i suoi aspetti, anche quello fisico. La scelta di creare il flashback ha comportato anche un’altra variazione rispetto alla struttura drammatica originale: in Euripide muore prima Fedra, e poi Ippolito; qui invece avviene il contrario. È come se Fedra si togliesse la vita soltanto nel momento in cui realizza di non poter inseguire più il suo amore impossibile.
Si segnalano anche i due incontri di giovedì 27 novembre 2014:
– La legge del desiderio
ore 11.15
Aula Leopardi – Complesso Monumentale Santa Caterina da Siena
Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli
intervengono
prof. Gennaro Carillo, docente di Storia del pensiero politico e filosofico Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa – Università degli Studi di Napoli Federico II
Galatea Ranzi, attrice dello spettacolo Fedra diritto all’amore
Eva Cantarella autrice del testo di Fedra diritto all’amore, studiosa di Diritto Greco Romano e di tematiche al femminile nell’antichità
Consuelo Barilari, regista dello spettacolo Fedra diritto all’amore.
– Ti amo da morire. Violenza e diritti dall’antica Grecia ai giorni nostri
ore 17.00
Comune di Napoli – Sala Giunta, Palazzo San Giacomo
intervengono
Caterina Miraglia, Assessore alla Cultura Regione Campania
Simonetta Marino, Consigliere alle Parità del Comune di Napoli
Laura Angiulli Direttore Artistico teatro stabile d’innovazione Galleria Toledo
Consuelo Barilari Direttore Artistico Festival Eccellenza al Femminile.
Info & prenotazioni
galleria.toledo@iol.it
tel. 081 42 50 37
www.facebook.com/GalleriaToledo
Compagnia Schegge di Mediterraneo
Produzione Festival dell’eccellenza al femminile
FEDRA – diritto all’amore
Testo originale Eva Cantarella
Regia e immagini Consuelo Basilari
Consulenza drammaturgiae testi greci Marco Avogadro
Musiche Andrea Nicolini
Luci Liliana Iadeluca
Direzione Organizzativa Galleria Toledo: Rosario Squillace
promozione Lavinia D’Elia
comunicazione Roberto Miele – Ester Formato
grafica Solimena Francesco Armitti
indirizzo
Galleria Toledo
teatro stabile d’innovazione
via Concezione a Montecalvario 34
80134 Napoli
M
linea 1 / stazione Toledo
uscita Montecalvario
orario spettacoli
da martedì a sabato ore 21.00
domenica ore 18.00
biglietti
da martedì a venerdì intero 15 euro
ridotto 12 euro
under 30 10 euro
sabato e domenica intero 20 euro
ridotto unico 15 euro