
Ancora emergenza sul fronte degli sbarchi nel nostro paese: numeri che fanno rabbrividire e che toccano la cifra di 5.000 immigrati arrivati in Italia nelle ultime ore . L’Ue resta immobile e non cambia le direttive per l’accoglienza ai profughi.
Solo nella giornata di oggi, la nave Vos Prudence di Medici Senza Frontiere, ha portato in salvo 935 migranti, sbarcati poi al Molo Manfredi nel porto di Salerno. Dei 935, 794 sono uomini, 125 sono donne e 16 minori, di cui due neonati. Ultimate le operazioni di questo ventunesimo sbarco sulle coste salernitane, si procederà alla ripartizioni dei migranti secondo il Piano Nazionale di Riparto.
Circa 850 migranti sono stati poi messi in salvo nel Canale di Sicilia dal guardapesca Acquarius, dell’associazione Sos Mediterranee. Durante il trasporto verso la terraferma, è nato un bimbo. Attraccata la nave nel porto di Brindisi, i profughi verranno smistati principalmente in Lombardia e Lazio, ma anche in Piemonte, Veneto, Toscana, in altre strutture della Puglia, in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Molise e Umbria.
A Catania è arrivata la nave Diciotti che ha messo in salvo ben 1.428 profughi grazie a più operazioni di salvataggio messe in atto davanti alle coste libiche. A Vibo Valencia è giunta, con a bordo 550 persone, la nave Vos Hestia di Save the Children. A Crotone una nave con bandiera norvegese ha sbarcato ben 1.200 profughi.
Intanto sono previsti già per la giornata di domani, ulteriori sbarchi: la nave ‘Echo’ a Bari con 620 migranti e la nave ‘Rhein’ a Corigliano Calabro con 900 persone, per un totale di 1.520.
Nonostante l’Italia abbia più volte sollevato la questione su dove collocare i migranti una volta messi in salvo ed accolti nel nostro paese, l’Ue sembra voler fare orecchie da mercante e continuare sulla linea delle direttive applicate con l’operazione Sophia, da rinnovare a fine mese.
La situazione risulta sempre più critica, l’Italia, lasciata sola dall’Unione Europea sul fronte migranti, ha comunque dichiarato di voler continuare a salvare vite. I rifugi messi a disposizione e i fondi stanziati dal Governo però non bastano.
Ancora due mesi intensi di sbarchi attendono l’Italia, nella speranza che siano in pochi a perdere la vita ed in molti, i Governi in Europa, che decidano di dare ospitalità.