
Al cinema un documentario sulla vita del musicista.
Compositore, pianista, direttore d’orchestra, affamato di vita e di musica: Ezio Bosso ci ha lasciati troppo presto.
A Venezia 78 è stato presentato in anteprima fuori concorso il film che uscirà nelle sale dal 4 al 6 ottobre “Ezio Bosso – Le cose che restano”, un documentario in cui viene ripercorsa la carriera del musicista.
Un lavoro commovente ed al contempo difficile dato il peso emotivo che ha comportato e per il vuoto che Ezio ha lasciato dopo la sua morte. Un artista poliedrico, prima e durante la malattia, che ha incentrato la propria esistenza in un’unica direzione: la musica. 104 minuti in cui l’arte di un uomo si fonde tra sinfonie, composizioni, colonne sonore come quella per “Il ragazzo invisibile”, capolavoro di Gabriele Salvatores, oltre al ricordo di tanti amici, familiari, ma anche tante sue interviste che appaiono oggi come un flusso di coscienza.

Dagli esordi al contrabbasso, passando per il jazz, il teatro, l’adorato pianoforte e le orchestre, inclusa la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2016, con la sua magistrale lezione di vita :”La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme”. Ed insieme si evince la bellezza del documentario, il messaggio rivolto ai giovani talenti che desiderano affacciarsi al mondo musicale con determinazione e caparbietà.
Il film, prodotto da Indigo Film in collaborazione con Rai Cinema, offre anche uno spaccato della Torino inedita degli anni ’80 – ’90. Oltre alle Langhe Torinesi uno sguardo su Londra, città in cui Bosso era stato direttore stabile e artistico del “The London Strings”, e Bologna, città in cui abitava.