

Un nuovo inizio, questa volta per il mese di Giugno con le “Interviste di Nick“ che continuano ad esplorare il mondo della musica emergente italiana. Maggio si è chiuso con la giovane cantante Chiara Lena, ma oggi, finalmente, dopo molto tempo, ci soffermiamo nuovamente con una band e di stampo rock per giunta: i Collectin’ Sparks.
Progetto nato nel febbraio 2011 sull’Appennino Modenese e che riapre un percorso musicale iniziato diversi anni prima dai fratelli Nicola (Piano e Tastiere) e Michele Fiorenzi (Voce e Chitarra Ritmica). Con Francesco Dignatici (Chitarre e Cori), Andrea Albicini (Basso) e Giammarco Agazzotti (Batteria), dopo anni di cover, di imitazioni, di disco pub fumosi e di feste di paese, è nata l’esigenza di tornare al principio e da lì ripartire. Durante gli anni che seguono la nascita della band, hanno raccolto i 2 album “Collectin’ Sparks” (2014) e “Nowherelanding” (2018), concerti e partecipazioni a contest di livello riconosciuto (nel 2017 rappresentano l’Emilia alle finali nazionali di Rock Targato Italia) oltre all’ottenimento di moltissimi riscontri positivi da parte pubblico ed esperti.
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1) Iniziamo parlando del vostro background artistico: com’è iniziato il vostro percorso nel mondo della musica e siete diventati la band che siete oggi?
Collectin’ Sparks: I componenti hanno età e storie musicali molto diverse e variegate..sia in termini di gusti musicali, sia per le esperienze con band emergenti che per l’appartenenza a varie coverband.
Proprio al termine di una avventura con l’ennesima coverband, ad inizio 2011, Michele “Leader” Fiorenzi (voce e chitarra ritmica) e il fratello Nicola “KB” (tastiere), legati da una grande passione per la musica, si ritrovano una sera a suonare vecchi brani originali scritti da Michele o assieme. Viene l’idea di inciderli in un CD e di inciderli per bene.
Così contattano Francesco “Checco” Dignatici (Chitarra e cori), con cui avevano già suonato in più coverband, Andrea “Alby” Albicini (Basso e ingegnere del suono) e Luca “GB” (Batteria).
Tutti si trovano entusiasti della strana quanto entusiasmante sfida e partono a fare prove per arrangiare i brani. Per problemi di lavoro e impegni in alcune coverband, Luca, dopo qualche mese deve poi lasciare. Andrea contatta un amico batterista (Giammarco Agazzotti detto “Billy”) che accetta subito di fare parte della band per una line up che rimarrà stabile per gli 8 anni seguenti con 2 CD all’attivo e con la partecipazione alla finale di Rock Targato Italia 2017, dopo la vittoria alla fase regionale Emilia Romagna, concerti in locali prestigiosi (su tutti Stones Cafè di Vignola e Off di Modena) e altri riconoscimenti in concorsi di band emergenti.
2) Come avete scelto il nome Collectin’ Sparks?
Collectin’ Sparks: “Penso di aver sempre vissuto raccogliendo scintille.” “I think I’ve always been collectin’ sparks.” Da questa prima frase emblematica della canzone “Peter and Ann” prende il nome la band. Racchiude un po’ le tematiche dei testi: la vita come insieme di frammenti irripetibili, la ricerca di se stessi, la comunione con il tutto rappresentato dalla natura, ma anche il fatto di avere raccolto un gruppo di musicisti e di personalità singolari attorno ad un progetto unitario e forse anche un po’ velleitario.
3) Ci sono artisti che vi hanno influenzato o ispirato?
Collectin’ Sparks: Certamente sì! Per il primo lavoro di studio omonino, si parla di brani scritti da Michele Fiorenzi o da Michele con l’aiuto del fratello Nicola, tra il 1986 e il 1995. Le influenze variano dal rock classico degli Who, Pink Floyd, fino al Grunge e post-Grunge (Pearl Jam, Grant Lee Buffalo). Nel secondo CD compaiono brani scritti da Michele Fiorenzi ma anche da Nicola Fiorenzi e anche da Francesco Dignatici tra il 2015 e il 2017. Le influenze musicali sono quindi molto diverse, ma per lo più individuabili tra i gruppi della nuova generazione rock che si rifà alle sonorità anni 80-90 come Editors, Placebo, i primi Coldplay, più qualche traccia di Grunge che non guasta mai.
4) Come definireste voi e la vostra musica?
Collectin’ Sparks: Siamo ragazzi appassionati di musica da sempre e dalla cura del dettaglio e del suono. Basti pensare che per entrambi i CD abbiamo passato un paio di anni in sala prove prima di affrontare le registrazioni in studio. Il lavoro in studio assieme ad un fonico di grande esperienza come Beppe Acito ci ha appassionato veramente tanto.
La nostra musica è un rock intenso, molto attento alla melodia e alla cura del suono, con sfumature grunge ma senza possibilità di essere incasellata perfettamente in un genere.
5) Quanto pensate sia importante avere una forte identità musicale?
Collectin’ Sparks: Penso sia più importante scrivere buone canzoni, ma per comporre un album è vero che devono stare dentro un alveo non troppo disparato. Nel primo lavoro, visto che i brani avevano origine lontana nel tempo, abbiamo fortemente cercato di non farle sembrare una raccolta, lavorando sul mood dei brani e sul suono.
Il secondo lavoro ha ispirazioni più contemporanee e quindi nasce già con uno spirito quasi da concept album sia nel suono che nelle tematiche dei testi. Credo che quest’ultimo lavoro rifletta chi siamo ora e cosa vogliamo essere musicalmente.

6) Parliamo del vostro ultimo singolo “I Want”. Cosa potete dirci su questo pezzo?
Collectin’ Sparks: “I Want” ha una storia molto particolare. Nasce da un frammento musicale con testo incompleto che Michele Fiorenzi aveva scritto nel 1996, con arrangiamento semplice chitarra e voce di matrice folk. Viene completato in questa veste tra il 2015 e il 2016, ma ancora prima di arrivare in sala prove con tutta la band, Francesco Dignatici lo ri-arrangia completamente con una ritmica incalzante, sonorità moderne, aggiunta di alcune frasi e modifiche di linea armonica e melodica. In questa versione a 4 mani quindi arriva alla band per la versione che compare sul secondo CD “Nowherlanding”.
Dal punto di vista del testo qui di parla della differenza di concezione dell’amore all’interno di una coppia, totalizzante intenso e vitale da una parte e distaccato e stereotipato dall’altra. Tutta la band la decreta come il singolo rappresentativo del nuovo album e della nuova espressione sonora dei Collectin’ Sparks.
7) Come pensate sia cambiata la vostra musica nel corso del tempo?
Collectin’ Sparks: Credo di aver già risposto in parte a questa domanda.
Nel tempo non è di certo cambiato l’approccio, con la cura quasi maniacale del dettaglio sui suoni e gli arrangiamenti. È cambiato il suono per le differenze temporali esistenti tra la concezione del primo lavoro, che voleva essere comunque rispettosa dei suoni originali legati agli anni in cui i brani erano stati scritti, e quella di “Nowherlanding” che aveva come influenze le sonorità di gruppi decisamente più recenti. Tra di noi diciamo infatti che “Nowherlanding” è il nostro secondo primo disco.
8) Cosa provate quando fate musica?
Collectin’ Sparks: Curiosità, stupore, a volte magia, nel senso di sintonia e fusione in un unica entità di un gruppo di persone legate dalla passione per la musica.
9) C’è qualche artista con il quale vi piacerebbe o vorreste avere l’onore di collaborare?
Collectin’ Sparks: Noi soffriamo un po’ del fatto di esserci sempre autoprodotti. Ci dà molta libertà, certo, però crediamo che forse ci avrebbe aiutato molto a crescere se avessimo potuto collaborare con qualche autore-produttore. Noi scriviamo i testi in Inglese, non siamo mai riusciti a scrivere testi in italiano e quindi massimo rispetto per chi riesce a scrivere canzoni rock in Italiano. Negrita, Afterhours, Marlene Kuntz, solo per citarne alcuni.
10) Quali sono i vostri progetti futuri? E che vette vorreste raggiungere?
Collectin’ Sparks: Tornare a suonare di nuovo dal vivo dopo questo interminabile lock down. In questa fase stiamo arrangiando alcuni brani in veste semiacustica, anche pensando alle possibilità realistiche del prossimo futuro. Inoltre cerchiamo di promuovere al meglio i nostri album avvalendoci della collaborazione di una etichetta discografica.
Un saluto dai Collectin’ Sparks!

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Concludiamo proprio con il brano “I Want“. Clicca qui per ascoltarlo!