

Nel pomeriggio di venerdì 22 maggio, i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo sono scesi in piazza del Plebiscito per manifestare contro le inadeguate misure economiche a sostegno della categoria.
Sono fonici, tecnici luci, backliner, facchini, elettricisiti, etc. un mondo di figure professionali che calcano i palchi affinche lo spettacolo riesca nel miglior dei modi.
Un rullo di tamburo ha preceduto i 10 minuti di silenzio… perché lo spettacolo si deve fermare – afferma Matteo Garofalo – lo spettacolo non è live streaming o assimilari, lo spettacolo è fatto di tecnici, attori, musicisti e pubblico – continua Garofalo.
Nella petizione lanciata su change.org i lavoratori dello spettacolo hanno chiesto di essere incontrati con urgenza dalle istituzioni entro il 30 maggio 2020.
Inoltre nella petizione si legge che chiedono:
- Un reddito di continuità che traghetti il comparto culturale fino alla ripresa piena dei singoli settori e ne tuteli e garantisca l’esistenza, salvaguardando i rapporti di lavoro in atto, anche attraverso incontri politici e tecnici, quindi alla presenza di ministeri e INPS;
- Un tavolo di confronto tecnico-istituzionale immediato sulla riapertura, fra lavoratrici, lavoratori, sindacati, governo e istituzioni, che abbia come priorità: salute per lavoratori, lavoratrici e pubblico; protocolli di sicurezza; finanziamenti pubblici; strumenti di riforma, sia per la ripartenza in presenza, che per una virtualità sostenibile e democratica.
Se l’incontro con le istituzioni no dovesse avere luogo, i lavoratori hanno preannunciato la proclamazione di uno stato di agitazione permanente, con Manifestazioni unitarie nelle principali piazze italiane, fino allo sciopero di tutto il comparto e di tutte le azioni che riterremo più opportune.


