
Ed eccoci a Novembre ed inauguriamo il mese con un nuovo appuntamento con le “Interviste di Nick“ dedicata ad una nuova band emergente. La scorsa volta, abbiamo avuto come ospite la ganzissima formazione romana dei Funkin Donuts. Quella di oggi è invece una formazione composta da membri di una certa esperienza e che propone un genere di musica difficilmente riconducibile ad un’unica etichetta: il loro nome è Marco Da Rold’s Ghost Train.
Band nata nel 2016 da un’idea del portavoce del gruppo, Marco Da Rold, sono fautori di una gran vastità di generi, a partire dal Rock, per passare al Blues e alla musica Psichedelica. Con l’intreccio di queste esperienze, unite ad un mix di racconti ed immagini, si presentano come un quartetto pressoché unico nel suo genere. Dopo aver sperimentato l’efficacia della loro amalgama, pubblicano dopo 1 anno, con soli 3 membri attivi, il loro primo disco”Ghost Train“. Risale invece a quest’anno, con la formazione che oggi conosciamo, il nuovo Ep “Off Course We Go!“, che apre il sipario per i piani futuri della band.
Sicuramente sono tante le esperienze e sensazioni che potranno raccontare e gliene daremo la possibilità grazie alle nostre 10 domande.
Scopri link e contatti utili alla fine dell’intervista
1) Come prima domanda, vorrei chiedervi qualcosa sul vostro background artistico: Come avete iniziato a suonare e siete diventati la formazione che siete oggi?
Marco: La band è nata da una mia idea, nel 2015, dopo aver registrato del materiale come one man band il progetto così com’era mi andava stretto ed ho sentito la necessità di espandere il tutto ad una vera band. La nascita vera e propria dei ghost train risale al maggio 2016 quando incontrai Paolo Colombo (il bassista della band) e Matteo Saronni (ex batterista) come trio cominciammo a suonare live a Milano e limitrofi, e dopo un anno di attività decisi di reclutare Frank Canale (attuale main vocalist e sassofonista) passando cosi il ruolo di cantante a lui, fino ad allora cantavo io. Poi fu la volta del rimpiazzo del batterista con Daniela Usardi che si è unita alla band nel maggio del 2018. Come trio abbiamo registrato un cd allo studio B Recording di Milano ed un extended EP con 6 nuovi brani, intitolato “Off Course We Go” proprio quest’anno.
2) Come mai, oltre al vostro fondatore, avete aggiunto al nome della band “Ghost Train”?
Marco: Ghost Train richiama alla mente un treno fantasma appunto che continua a correre e come in ogni treno che si rispetti vi è un capotreno. Il mezzo evoca atmosfere rarefatte dei blues del delta, condito con un alone di psichedelica e di rock potente.
3) Come descrivereste voi e la vostra musica?
Marco: Siamo una band Rock/Blues inaspettato nel senso che l’etichetta è solo una partenza per il viaggio nella nostra musica composta dalle idee di Marco Da Rold e dalle influenze di ogni singolo membro. Ci piace fondere il passato con il presente, coerenti al nostro nome che come precedentemente accennato evoca il passato nella forma di un treno antico e il presente con la continua corsa, tutt’ora attiva.
4) Quanto pensate che sia importante avere una forte identità musicale e come commenteresti la vostra?
Marco: Secondo me l’identità musicale, come in ogni altro campo, è fondamentale. Siamo musicisti che suonano da diversi anni per cui direi che ognuno di noi ha avuto modo di costruire e modellare il proprio stile fondendo poi il tutto in un unica entità. Per questo motivo mi piace sempre ribadire che un vero musicista debba creare la sua musica ed il suo stile prendendo sì spunto dalle proprie influenze ma saperle anche “gestire” in qualcosa che possa essere il più originale possibile.
5) Parliamo di “Off Course We Go!”, il vostro ultimo EP. Cosa potete dirci su questo lavoro?
Marco: “Off Course We Go” è il risultato del lavoro dell’attuale formazione, in questo lungo EP posso dire che abbiamo raffinato la nostra direzione, rendendoci ancora più personali, anche per l’apporto di Frank alla voce e di Daniela alla batteria, che ottimamente si fondono con il mio stile chitarristi ed il basso di Paolo. I brani sono di matrice rock, con venature blues, tipico stile “Ghost Train” ed anche gli arrangiamenti in studio hanno fatto si che i brani acquistassero più prestigio, mentre quando li eseguiamo live il tutto è più grezzo e sanguigno.
6) Credete che la vostra musica sia cambiata o si sia evoluta nel passaggio tra il precedente “Ghost Train” e “Off Course We Go!”?
Marco: Decisamente, direi sia cambiamenti che evoluzione, con le modifiche della formazione in primis e la direzione scelta per la nostra corsa, posso confermare di sì.
7) Qual è il brano che pensate vi rappresenti di più?
Marco: Non è facile rispondere a questa domanda, ci sono molte sfumature nella nostra musica, per cui ti posso dire il brano di apertura di “Off Course We Go” “Unchained” questo perché ha molta carica ed allo stesso tempo alterna fasi più dure a fasi più soft, con l’intento di comunicare all’ascoltatore il nostro caricatore, se mi passi il termine. Anche se la scelta per un brano rappresentativo e potenzialmente interessante potrebbe essere “Drown Me” sempre contenuta nel nuovo EP.
8) Cosa provate quando fate musica?
Marco: Quando suoniamo il comune denominatore è sicuramente una rilassatezza ed un modo per lasciare i problemi quotidiani fuori dalla porta per almeno la durata del live, immergendoci così completamente nell’atmosfera “Ghost Train” e di conseguenza l’essere parte di questa “magia” non ha prezzo.
9) C’è qualche artista con cui vi piacerebbe o vorreste avere l’onore di collaborare?
Marco: Ce ne sarebbero diversi, stiamo contrattando per un eventuale supporto a Stan Webb’s Chicken Shack a Londra, una band nata sul finire degli anni 60 in UK, con l’avvento del british blues, genere nel quale ci rispecchiamo per alcune cose. Incrociamo le dita, sarebbe un onore per noi.
10) Cosa potete dirmi sui vostri progetti futuri? E che vette vorreste raggiungere?
Marco: Al momento stiamo curando i mixaggi di “Off Course We Go!” che vorremmo proporre al mondo intero per farci sentire e notare il più possibile. Ci piacerebbe suonare in qualche città europea, visto che la nostra music ben si presta ad un audience “internazionale” più che un pubblico di casa nostra, visto anche il nostro cantato tutto in inglese. Ci piacerebbe raggiungere le vette più alte possibili, ovviamente, noi comunque continuiamo a suonare, a fare concerti e tutto ciò che possa rinvigorire il nostro spirito.
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Concludiamo con uno dei brani di Ghost Train: “Up And Down The Canyon”.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=GjkqaG4HPQw&w=560&h=315]