
Si sono concluse ieri, presso l’Università degli studi Suor Orsola Benincasa, le celebrazioni inerenti al convegno internazionale di studi “Diagonale Totò”, dedicato al grande comico napoletano Antonio De Curtis, in arte Totò.
Ma perchè Diagonale? Lo spiega il rettore dell’Università Lucio D’alessandro, un grande appassionato dell’attore considerato “il più grande comico del Novecento”: “La comicità genuina, con l’inesauribile creatività che la contraddistingue, comporta anche la coscienza dell’inautenticità dei modi espressivi usurati dal commercio sociale e l’esigenza di trovare percorsi alternativi: diagonali nuove per reinterpretare la realtà che ci circonda”. Poi il Rettore continua, dicendo:“Totò rappresenta l’attore,capace di scardinare l’andamento di una scena e di un dialogo introducendo una deviazione dirompente.Il principe Antonio De Curtis, è il principe del nonsense e dell’equivoco, capace di indurre con apparente innocenza e i suoi interlocutori in discussioni illusorie, imprigionandoli con la forza delle parole devianti in duelli verbali ai quali diventava impossibile sottrarsi”.
Successivamente, è intervenuta l’italianista del Suor Orsola, Emma Giammatei, l’organizzatrice e anima del convegno che ha parlato della grandezza di Totò: “L’ardita sperimentazione linguistica, vicina ai risultati esilaranti e sulfurei di un Campanile, coesiste con il carattere popolare e non prestigioso della sua arte, grazie alla comunicazione di massa a lui consona, il cinema. In questo senso, Totò ha proceduto in direzione opposta a Eduardo De Filippo o a Raffaele Viviani, i quali tenevano molto al testo scritto, in quanto credevano nella Letteratura».
A commemorare i 50 anni dalla morte del Principe della risata, sono stati invitati, tra gli altri, studiosi multidisciplinari dall’Italia e dall’Estero come: Augusto Sainati(Professore di storia del Cinema alla Suor Orsola Benincasa), Fabio Rossi(Università di Messina), Francesco Avolio (Università dell’Aquila), Andrea Palermo(Università di Osnabruck), Daniela Petrini(Università Martin-Luther di Halle-Wittenberg), Dino Cofrancesco (Università di Genova), Roberto Escobar (Università di Milano), Pina De Luca(Università di Salerno), Luigi Spina(Università di Siena) e ancora Orio Caldiron,Alberto Anile, Ennio Bisburi e Paolo Isotta.
Totò, nella sua carriera ha girato circa un centinaio di film di diversa natura: da quelli più improvvisati a quelli destinati poi a rimanere nella storia del cinema. Sono molti i personaggi da lui portati sul grande schermo e non sempre erano piccoli borghesi o ceti proletari, come pretende un clichè molto diffuso. Infatti, nei film “47 morto che parla”, “Il Comandante”, “I due colonnelli”, “Totò contro i quattro”, per citarne alcuni, Totò interpreta ruoli di importanti funzionari o borghesi benestanti: in conclusione, la maschera e il vigore comico sono sempre gli stessi, a cambiare radicalmente sono invece gli ambienti sociali.