
ACERRA – In un recente report stilato da Isafom (Istituto sistemi agricoli e forestali mediterranei del Cnr) si è stabilito che le cause di maggior inquinamento dell’aria nel territorio di Acerra sono imputabili al traffico ed al riscaldamento, mentre è stato considerato trascurabile il contributo del tanto discusso termovalorizzatore:
“Le emissioni da traffico rappresentano il fattore di maggior pressione, in particolare a sud di Acerra, nell’area metropolitana di Napoli e in corrispondenza della fitta rete stradale che attraversa il dominio locale.
Importanti sono pure le emissioni da riscaldamento, del porto di Napoli e di alcune industrie, mentre molto contenuto è il contributo dovuto alle emissioni del termovalorizzatore”.
Il report, presentato questa mattina a Roma, condotto in accordo con il Comune di Acerra, e la Regione Campania, in base a quanto richiesto in sede di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) descrive in maniera accurata per la prima volta lo stato complessivo dell’aria nel territorio Campano, approfondendo gli studi nell’area di Acerra con i seguenti dati stilati nel report: Il biossido di azoto supera i valori limite annuali dovuti nello specifico in gran parte alle emissioni da traffico, mentre il contributo del termovalorizzatore di Acerra registra valori inferiori allo 0.75% di quelli limite; per il particolato i valori di massima incidenza dei quattro comparti più rilevanti (trasporto su strada, marittimo, aeroportuale e riscaldamento da industria) si aggirano intorno al 40% ed il 57% del valore limite.
Riguardo questo inquinante – specificano i ricercatori – resta però da quantificare l’apporto derivante dalle sorgenti non ufficiali non censite e dalle combustioni incontrollate all’aria aperta, indicate nel report del Cnr come “potenzialmente rilevanti”. Il rapporto dei ricercatori indica il termovalorizzatore di Acerra come contributor per i microinquinanti inferiore in misura allo 0,2% rispetto ai massimali per i metalli.
Gli studi infine registrano come le diossine abbiano un valore inquinante 100 mila volte superiore a quello del termovalorizzatore e gli Ipa un impatto mille volte inferiore al limite rispetto al valore guida designato dall’Oms.
di Claudio Menna © RIPRODUZIONE RISERVATA.