
E’ stato ucciso a Baghdad il generale iraniano Qassem Soleimani, figura chiave dell’Iran, vicino all’ ayatollah Ali Khamenei.
Un raid ordinato dal presidente americano Donald Trump, che fa salire la tensione fra Stati Uniti e Iran, ma anche in tutto il Medio Oriente. Teheran minaccia e fa sapere che ci saranno ritorsioni.
Il Pentagono conferma il raid dichiarando che il generale Soleimani stava mettendo a punto attacchi contro diplomatici americani e personale in servizio in Iraq e nell’area medio orientale, tra cui l’attacco contro l’ambasciata americana a Baghdad realizzato negli ultimi giorni.
Il Dipartimento della Difesa fa sapere che gli Stati Uniti continueranno a prendere tutte le azioni necessarie per tutelare la nostra gente e i nostri interessi nel mondo.
L’attacco americano segue l’avvertimento lanciato dal ministro della Difesa, Mark Esper, dopo le tensioni degli ultimi giorni con ore e ore di guerriglia e diversi tentativi di espugnare la sede diplomatica Usa nella capitale irachena, la cui torretta all’ingresso principale è stata data alle fiamme.

La dichiarazione del Pentagono arriva dopo ore di confusione, fra voci che si rincorrevano e nessuna rivendicazione della responsabilità. Trump, avvolto nel silenzio, si è limitato a twittare una foto della bandiera americana prima che il ministero della Difesa uscisse allo scoperto.
Quando la televisione irachena ha annunciato la morte del generale Soleimani si è iniziato a immaginare che gli Stati Uniti potessero essere dietro al raid, nel quale ha perso la vita anche Abu Mahdi al-Muhandis, il numero due delle Forze di mobilitazione Popolare, la coalizione di milizie paramilitari sciite pro-iraniane attive in Iraq.
La Guardia Rivoluzionaria iraniana, confermando la morte di Soleimani, afferma che il generale è stato ucciso da un attacco sferrato da un elicottero americano.
Secondo le ricostruzioni iniziali, Soleimani e Mohammed Ridha, il responsabile delle public relation delle forze pro-Iran in Iraq, erano da poco atterrati all’aeroporto internazionale di Baghdad ed entrati in una delle due auto che li attendeva quando l’attacco è stato sferrato.
L’attacco è seguito al lancio di tre razzi all’aeroporto che non hanno causato alcun ferito. L’uccisione di Soleimani rischia di avere ripercussioni profonde nei rapporti tesi fra Washington e Teheran, in Medio Oriente ma anche negli Stati Uniti, dato che Trump non ha avvertito il Congresso di quanto stava per accadere.