Le luci della sala calano al Di Costano Mattiello di Pompei, mentre la musica incede e dà il “la” a Eduardo mio, ideato, diretto e interpretato da quella Signora dei nostri palcoscenici che è Lina Sastri. Il sipario si apre su una scena abitata dai musicisti… il palco nudo, una sedia, un drappo rosso e lì, nell’angolo, un manichino che imbraccia una giacca ed un dipinto che svela tenuemente i tratti segnati e caratteristici di Eduardo De Filippo, mentre la voce del maestro, che tutti riconosciamo, così singolare ed unica, ci introduce nel suo mondo.
E poi arriva lei, in abito candido come fosse una sposa, una dama, una regina della scena, e con la brillante limpidezza che contraddistingue i suoi viaggi nel passato, racconta e si racconta. L’emozionante pièce teatrale fende il tempo e generosamente la straordinaria artista ci mostra il “suo” Eduardo, mettendo a nudo animo e sentimenti come solo lei sa fare, mentre scivolano, leggeri e sorridenti, appassionati e intensi, ricordi e aneddoti di un vissuto tanto suo quanto dell’impareggiabile “Maestro di vita e di palcoscenico”.
In Eduardo mio l’attrice porta in scena ricordi, lettere, brani … e musiche, legati al suo mentore
Torna ragazzina, Lina, rivive con timore, passione, ma anche con qualche punta di giovanile impeto di ribellione, il rapporto con il colosso del nostro teatro, in una sorta di altalena che oscilla tra presente e passato, fiato sospeso e grandi respiri. E ripercorriamo il suo cammino professionale, dalle prime esperienze come comparsa, alle poche battute, l’avventura di Ninuccia in “Natale in casa Cupiello”, fino alla più recente e matura Filumena, nella bellissima edizione, al fianco di Luca de Filippo, diretta da Francesca Rosi.
Vicende, pensieri, parole dell’opera di De Filippo, accorati o allegri, dolorosi o sorridenti, cupi o luminosi, dopo o dentro le parole, prendono forma di note che vengono dall’anima, fino a distendersi in canzoni che lo stesso drammaturgo tanto amava. Nell’intenso monologo, la grande interprete non si limita a fare sfoggio delle sue doti canore – che indiscutibilmente possiede, pur sottolineando sempre di se stessa la natura d’attrice e non di cantante – ma tesse la musica col recitato, lasciando che, qua e là, accenni di melodie commentino, accompagnino, si alternino o infrangano il racconto e perfino i brani eduardiani, indirizzando o sconvolgendo il flusso della narrazione in alchemico ed ammaliante equilibrio.
In scena con la Sastri un ensemble di straordinari musicisti
Dell’incastro armonioso e acuto tra parole e note, è co-artefice un ensemble di straordinari musicisti, veri talenti che spesso ritroviamo negli spettacoli della Sastri: Maurizio Pica, che cura direzione e arrangiamenti, Filippo D’Allio (chitarra), Gianluca Mirra (percussioni), Ciro Cascino (pianoforte e tastiere), Gennaro Desiderio (violino), Gaetano Diodato (contrabbasso).
Lo spettacolo sarà ancora sui palcoscenici vesuviani e della costiera – al Teatro Minerva di Boscoreale, al Delle Rose di Piano Di Sorrento, al Teatro Barone di Melito di Napoli… – a mietere consensi di un pubblico sempre appassionato, che lungamente applaude non solo l’indiscusso talento della Sastri, ma la generosa audacia con cui sempre disvela il suo animo di donna e di attrice.