L’Organizzazione Mondiale della
Sanità ha inserito ufficialmente il burnout
tra le sindromi, anche se, inizialmente aveva lasciato intendere che si
trattasse di una vera e propria malattia chiarendo poi che il burnout resta un fenomeno occupazionale
(stress da lavoro) per il quale si
può cercare una cura ma non è una condizione medica.
Per tale motivo l’OMS ha anche
fornito specifiche direttive ai medici al fine di effettuarne una corretta diagnosi.
I sintomi sono la mancanza di energia o spossamento,
l’aumento dell’isolamento dal lavoro o sensazioni
di negatività e cinismo legati al lavoro, la diminuzione dell’efficacia
professionale , la stagnazione fino ad arrivare alla frustrazione. Bisogna fare attenzione, però, a non confondere il burnout
(letteralmente ‘esaurimento’, ‘crollo’)
con altre patologie che presentano sintomi simili come il disturbo
dell’adattamento, l’ansia o la depressione. Inoltre il burnout è una condizione
che si riferisce solo ad un contesto lavorativo e non può essere estesa anche
ad altre area della vita.
I primi studi scientifici legavano
la sindrome del burnout soltanto ad alcune professioni ed in particolari a
quelle cosiddette di aiuto come quelle di infermieri e dottori ed estesa poi
più in generale a persone chi si occupano di assistenza o che entrano
continuamente in contatto con altre che vivono stati di disagio o sofferenza.
Non a caso la categorie degli insegnanti
è una di quelle a maggior rischio,
come confermato da un’indagine condotta nel 2015 dall’Osservatorio nazionale
salute e benessere dell’insegnante, secondo cui i dati sono drammatici: quasi il 70% dei docenti è affetto dal
burnout e uno su due dichiara di considerare il proprio lavoro un fallimento.
Oggi, secondo l’Istituto Nazionale
della Salute americano, chiunque può
soffrire di burnout, dalla celebrity alla casalinga passando per le persone in
carriera agli impiegati sovraccaricati di lavoro. Ma resta indubbio che alcune
categorie siano più soggette di altre. Basti pensare che nei primi cinque mesi del 2019, ci sono stati 21 suicidi tra gli appartenenti delle Forze
di Polizia Sugli agenti pesano turni pesanti e l’impegno crescente di
fronte alle nuove esigenze, con organici sempre più ridotti
E cosa avrà spinto un docente di Musica di 47 anni ad impiccarsi
pochi giorni fa nella stessa scuola dove insegnava. Avrebbe potuto scegliere un qualsiasi altro
posto, ma ha scelto proprio il suo luogo di lavoro. Chissà perché…