[dropcap]N[/dropcap]ei mesi scorsi, ad ogni parolina non particolarmente dolce di Grillo nei confronti del Parlamento, si sono alzate voci di disappunto, anzi di vero e proprio disprezzo, accomunate da un inconsueto (per il parlamentare italiano) senso delle istituzioni. Reazioni legittime (magari a volte un tantino rigide) se provenienti dalla presidente Boldrini, perché nuovo volto della politica italiana, perché terza carica dello Stato, perché persona che nella vita qualche esempio lo ha dato. Reazioni abbastanza fuori luogo quando a sdegnarsi sono esponenti non d’animo considerevolmente nobile.
Poi si vede quello che è successo a Matteo Dall’Osso: un ragazzo, parlamentare Cinque Stelle, affetto da sclerosi, che ha avuto un vuoto durante un discorso alla Camera, all’una di notte. Risatine, battutine e smorfie, tra i suoi colleghi. “Dategli il foglio giusto”, qualcuno diceva ridendo; altri gli facevano l’eco sghignazzando in quello che è un verso prossimo alla iena ridens. “Non sapevamo fosse malato”, si sono giustificati alcuni. E quindi? Se non fosse stato malato deridere un parlamentare che fa il suo lavoro sarebbe giusto? Questo è davvero il livello? Tralasciando, inoltre, il dato che già qualche mese fa Dall’Osso raccontò la sua storia, “Vinciamo noi” è il titolo che ha dato alla sua storia, alla sua testimonianza. Altri non si sono nemmeno scusati, e probabilmente non lo faranno, ma d’altronde siamo certi che a Dall’Osso poco importa delle scuse, magari di circostanza. Ma sorge un dubbio ulteriore quando viene detto “i suoi colleghi”: quali? Dall’Osso faceva e fa il suo mestiere. Quelli che hanno inscenato questo triste e squallido spettacolo non fanno lo stesso lavoro, anzi non è nemmeno certo che lavorino; magari erano all’una di notte in Parlamento a riposare, giocare a carte, conversare.
Dalle fila del PD e di SC dovrebbero (stando alle testimonianze dei presenti) provenire quei gloglotti ma l’appartenenza conta poco o niente, è lo spettacolo generale che sconforta. Ed allora, quando si invoca il rispetto delle istituzioni, su tutte il Parlamento, bisogna ricordare quanto accade ed è accaduto in quei luoghi. Ricordare che le istituzioni sono scatole vuote senza gli individui ed è la qualità di un individuo che permette di distinguere una fogna da un’assemblea onorabile.
P.s. Aveva ragione Dall’Osso: Vinciamo noi. Anzi, vince lui, perdono loro. Anzi, perdiamo noi.
Francesco Marangolo