
A distanza di pochi mesi dal caso Acquarius, è ancora scandalo-Salvini.
Il neo ministro dell’interno, infatti, negli ultimi giorni ha impedito lo sbarco di alcuni profughi provenienti dalla Libia ed a causa del mancato accordo tra il vicepremier e l’Unione Europea, questi oltre 150 migranti sono “imprigionati” da diversi giorni sulla nave Diciotti, nel porto di Catania.
Le critiche, che nel precedente caso si erano limitate ad un’aspra disapprovazione nei confronti di Salvini e del governo gialloverde, si sono trasformate in un’azione più diretta: la procura catanese, infatti, sarebbe pronta a denunciare il ministro per sequestro di persona.
Nonostante questo, il segretario della Lega non si è mosso dalla sua posizione, neanche dopo che i profughi sono entrati in sciopero della fame in segno di protesta. Di tutta risposta, anzi, Salvini ha inasprito la propria posizione, lanciando una sfida alla procura stessa. Egli, infatti, via social ha dichiarato: “Facciano come credono, io non cambio idea. In Italia vivono 5 milioni di persone in POVERTA’ assoluta che lo sciopero della fame lo fanno tutti i giorni, nel silenzio di buonisti, giornalisti e compagni vari. Per me vengono prima gli italiani, poi gli altri. Qualche giudice vuole ARRESTARMI per questo? Nessun problema, lo aspetto.”
Non servono molte altre prove, dopo quest’ultima, per dimostrare come il vicepremier leghista abbia da tempo intrapreso una preoccupante deriva autoritaria che gli ha permesso di prevaricare importanti figure dello stato italiano come la magistratura, gli altri ministri e lo stesso premier Giuseppe Conte.
Benché, dunque, Salvini si presenti come uno dei personaggi più pericolosi per il raggiungimento della tanto agognata stabilità politica, i suoi numeri nei sondaggi continuano a salire vertiginosamente, testimoniando come, d’altra parte, la campagna populista perpetrata da Salvini sui social, stia raccogliendo ancora i suoi frutti.
Matteo Salvini, dopo lo scandalo del caso Diciotti, dunque, esce ancora rafforzato dai numeri e dal consenso popolare, nonostante oramai sia in guerra aperta con l’UE e la procura catanese.
Perfino il presidente della camera, il pentastellato Roberto Fico, abbia espresso forti pareri negativi sulla vicenda, simboleggiando come anche tra le frange più moderate del Movimento, inizi a serpeggiare forte scetticismo.
Una vicenda, questa, che rappresenta alla perfezione i terribili effetti del populismo sulla scena politica italiana: ancora nessuna legge varata dal governo Conte, forti dissidi interni ed esterni, ma sui social impazzano le lodi a Salvini & co.: una scena, questa, sulla quale sarebbe meglio calare un triste sipario.