[dropcap]N[/dropcap]onostante le ultime dichiarazioni di Grillo possano apparire come una reazione isterica, collerica, al risultato tutt’altro che soddisfacente del M5S alle amministrative, in realtà ad una più attenta analisi segue un giudizio che molto si discosta da una conclusione affrettata, seppur non completamente falsa, in base alla quale l’unico, assoluto, motivo della reazione è il risultato assolutamente deludente (nemmeno un ballottaggio conquistato dai cinque stelle).
Si tratta del post di qualche giorno fa in cui il leader dei Cinque Stelle attacca Vendola, Civati ed altri, tra i quali spicca il nome di Rodotà. “Metterà d’accordo tutti”, aveva detto Grillo di lui per poi scrivere nel post “un ottuagenario miracolato dalla rete”. Ovviamente si tratta di una riposta, anche (ma non solo), alle dichiarazioni contrariate del giurista. Grillo ha poi, in un post successivo, specificato: “E’ una persona onesta e intelligente”. Chiarendo che il suo intento non era criticare, ne tanto meno attaccare.
Ma perché pubblicare un post intitolato “maestrina dalla penna rossa” nel quale si attaccano alcuni esponenti della sinistra italiana, che in questi mesi stanno assumendo il ruolo di punti di riferimento di una parte del paese, tra i quali appunto Rodotà, Civati, Vendola, Renzi?
In realtà un motivo più concreto della delusione elettorale, di questa reazione, c’è: nei mesi seguenti le elezioni che hanno portato i Cinque Stelle in parlamento, il movimento, nonostante la risposta negativa ad appoggiare un governo Bersani (e non di coalizione chiariamo), si è comunque avvicinato a SEL e una parte (quella più a sinistra) minoritaria (molto) del PD. L’avvicinamento non è casuale, molti dei temi portati avanti dai Cinque Stelle sono infatti condivisi da questi partiti nonché da movimenti extraparlamentari di Sinistra: patrimoniale, abbattimento dei privilegi, pacifismo, contrarietà alle spese militari, reddito minimo garantito, tematica ambientale etc. Le mozioni condivise con SEL ed una parte del PD, la partecipazione alla manifestazione della FIOM, le contestazioni ai comizi anti giudici di Berlsuconi, sono tutte occasioni che hanno effettivamente portato il movimento molto vicino alla Sinistra italiana, partitica e non.
Cosa c’entra questo con il post di Grillo? Il leader di M5S ha capito che tra le cause della perdita di consenso vi è anche (non solo, ovviamente) questa sorta di perdita di autonomia, questa tendenza a confondersi con i partiti e movimenti di Sinistra arrivando a condividere tutte le posizioni. In questo modo il movimento, oltre a perdere identità, avrebbe facilitato la nascita di un “polo della Sinistra”, come lui stesso ha detto nel suo nuovo post, fornendo piattaforma elettorale già bella che pronta.
“Siamo un movimento ecumenico”, ha ripetuto durante lo Tsunami tour Grillo. Questa equidistanza da Destra e Sinistra, “che sono identiche solo che la destra ti prende meno per il culo”, come ha lui stesso più volte detto, si stava perdendo. La conseguenza era, inoltre, una perdita consistente di voti dei delusi di Destra, che mai voterebbero un partito con istanze di sinistra, e dell’elettorato che non vuole una politicizzazione del movimento, non per una contrarietà verso la sinistra o la destra, ma per un motivo che può apparire banale “perchè poi diventate come tutti gli altri”.
Chiaro e lineare Grillo attacca esponenti di Sinistra, dice che al ballottaggio tra Alemanno e Marino non c’è differenza, sostiene che la destra è pietosa ma “ti prende meno per il culo”. Tutti modi per ribadire, per chi l’avesse dimenticato, che loro sono diversi, dalla destra quanto dalla Sinistra.
Francesco Marangolo