[dropcap]S[/dropcap]arebbe curioso conoscere i pareri, riguardo la questione di Joele Leotta, di leghisti, forzanovisti ed esponenti di partiti e movimenti che hanno molto a cuore la componente razziale di un essere umano (per usare un termine gentile). Parliamo del ragazzo lecchese che viveva e lavorava a Kent, ammazzato di botte mentre udiva le parole “vieni a rubare il lavoro agli inglesi!”. Nelle ultime ore pare si stia sgonfiando la strada del movente razziale ma è pur vero che una notizia di questo tipo sarebbe presa molto male dalle istituzioni europee, quindi seppure la prima ricostruzione fosse vera, è difficile che venga riportata in tutta la sua potenza e virulenza mediatica.
Dicevamo, chissà cosa pensa chi incurante, o ignorante, che barriere culturali e sociali si sono sgretolate nel tempo, di tutta questa storia. Quelli che di frequente esclamano “aiutiamoli a casa loro” oppure “prima gli italiani”. Perché fino a quando si affronta il discorso Borghezio, che più di una volta ha confermato la propria avversione per gli incroci razziali, non c’è molto da contestare, si tratta di idee personali, miserabili e prive di qualsiasi fondamento e non esiste proprio un piano su cui la discussione si possa spostare. Poi ci sono quelli come Maroni ed Alfano, ma come loro tantissimi altri, che oltre a difendere ancora la Bossi-Fini, il “pacchetto Maroni” ed altre schifezze del genere, continuano imperterriti a sostenere le favole del “prima gli italiani” o “non è eliminando quelle leggi che li aiutiamo”. A costoro sarebbe bello chiedere: che pensano della questione di Leotta?
Perché a rigor di logica dovrebbero essere d’accordo, se non coi modi (ci mancherebbe altro), almeno con il concetto di chi insulta qualsiasi italiano in giro per il mondo che tenta di trovare un lavoro o di crearsi una nuova vita. È più che giusto, secondo le loro teorie, che ci spediscano indietro qualsiasi concittadino, perché devono “pensare prima a loro”.
“Padroni a casa nostra”, hanno ripetuto fino allo sfinimento anche di una persona con soglia di tolleranza molto elevata. Una casa che però, ad impietosi conti fatti, è stata gestita in maniera pessima, tanto che nemmeno chi, secondo la loro logica, avrebbe diritto ad un lavoro riesce a trovarlo.
Altra frase molto frequente è ” ma mica li abbiamo respinti, li abbiamo aiutati”. Perché, si era anche presa in considerazione l’ipotesi di non aiutarli? Inoltre qualche esponente non proprio di secondo piano anni fa parlò di “respingimenti” e purtroppo per una volta le parole si convertirono in fatti, vergognosi fatti; i “respingimenti”, cosa tanto inumana quanto stupida visto che ha portato alla condanna dell’Italia. Senza togliere che non aiutare chi sta annegando è reato, quindi o si modifica il codice penale (e la costituzione) e si stabilisce chiaramente che i reati sono tali solo se commessi contro italiani oppure l’aporia resta: perché c’è una legge che dice che entrare in modo illegittimo sul territorio italiano è reato e quindi chi aiuta potrebbe tranquillamente essere indagato per concorso; e c’è un’altra legge che dice che omettere di soccorrere qualcuno è reato, tra le cose anche uno dei più gravi di quelli contro la persona.
Francesco Marangolo