
Un filo diretto unisce l’attentato al Museo del Bardo di Tunisi del 18 marzo scorso con la città di Milano. A crearlo è un ragazzo marocchino, Touil Abdel Majid, di 22 anni. Il ragazzo era arrivato in Italia tre mesi fa su un barcone carico di migranti irregolari ed era sbarcato a Porto Empedocle. Da quel momento, ha fatto il possibile per raggiungere la sua famiglia, la madre e i fratelli, a Gaggiano, paese in provincia di Milano dove vivevano regolarmente da mesi. Il marocchino, però, non ci è riuscito poiché il questore siciliano ha emesso nei suoi confronti un provvedimento di espulsione. A questo punto si pensa che Majid sia tornato in terra africana dove ha preso parte attivamente alla strage di Tunisi costata la vita a 24 persone, tra cui 4 italiani. Dopo lo sbarco a Porto Empedocle si erano perse le sue tracce e non vi erano state più segnalazioni. Le accuse della polizia di Tunisi nei suoi confronti sono quelle di omicidio volontario, cospirazione, distruzione, incendio e partecipazione a sequestro di persone. Il ragazzo è stato fermato mentre camminava su una strada provinciale di Gaggiano dalle forze dell’ordine, su esplicita richiesta della procura di Roma. Non si è opposto e non ha detto nulla. La sua famiglia era completamente all’oscuro di tutto. È sufficiente pensare che la madre, badante, si era recata dai Carabinieri di Trezzano ad aprile per denunciare la scomparsa del passaporto del figlio ad aprile, dopo la strage di Tunisi. È stato trovato anche del materiale appartenente al ventiduenne su cui gli agenti stanno facendo le dovute indagini.