[dropcap]C[/dropcap]i siamo sbagliati. Non abbiamo capito niente. Non era il governo delle larghe intese, non era il governo del compromesso o della pacificazione, è ( non era, ahinoi) il governo delle larghe offese; una collettiva presa per il culo, ma d’altronde se il “pollo” (noi) continua a farsi arrostire perché non continuare? [divider]Un PDL che vota spaccato o un PDL che vota compatto, in entrambi i casi il partito democratico ha avuto una bastonata. La cosa peggiore, per loro, è che questa volta non solo pensano di aver vinto, ma addirittura di aver stravinto, di aver fatto il botto. Ora ci leviamo i sassolini dalle scarpe: votiamo la decadenza, facciamo gli europeisti, alziamo la voce, non abbassiamo lo sguardo quando Brunetta urla. Si sentono forti, invincibili; perché adesso pensano di non essere più sotto ricatto. La colpa era solo sua, quindi? Giusto? Era tutta colpa di Berlusconi? Ora che è stato paralizzato politicamente la bomba è disinnescata, quindi siamo liberi di fare. Tanto il gruppo di quei 25, o più, si forma, quindi una maggioranza per il governo si trova, anche se Berlusconi sbotta di nuovo.[divider]È molto probabile che i famosi 25 sarebbero stati in realtà molti di più. Chi, in un momento del genere, rinuncerebbe a fare il parlamentare? Il lavoro più remunerativo e utile, non solo economicamente, d’Italia? Forse solo i Cinque Stelle, e nemmeno tutti, visto che una (ex) grillina ha votato a favore del governo, tanto che Letta le ha espresso solidarietà per le presunte minacce ed ingiurie ricevute; Scilipoti gli ha però giustamente ricordato (ci portano ad essere d’accordo con Scilipoti, a questo siamo arrivati) che quando accadde lo stesso tre anni fa, con lui e Razzi, Letta non mostrò questo improvviso feticismo per le manifestazioni di libertà, ma si sa, i democristiani hanno la pelle anguillosa, sfuggono via.[divider]Quindi il PD l’ha spuntata! Macchè. Mettiamo il caso che Berlusconi ci ripensi, o mettiamo che la fiducia sia arrivata solo da questo nuovo fantomatico gruppo di “moderati”(la parola più stuprata negli ultimi vent’anni, come dice Michele Serra) e quindi il PDL si spacca, come sostanzialmente è, perché l’unità è solo formale; in questa ipotesi il PD che ha fatto? È passato da un governo necessario, con Berlusconi e la sua compagine, ad un governo vero e proprio (che dovremmo tenerci fino a quando? al 2018? ahia!) appoggiato da questi, come ha detto Formigoni, “lungimiranti pionieri” (ahhh!)Ma chi sono questi lungimiranti pionieri (non ci bastava l’atto difficile ma rivoluzionario dei responsabili Razzi e Scilipoti)?
Dei nomi più noti ci sarebbero: Giovanardi, quello che alterna insulti omofobi all’accanimento incontrollato ed ingiustificato contro Aldovrandi e Cucchi. Lui è un moderato? Ma soprattutto, era solo Berlusconi il problema?[divider]Poi c’è Formigoni, il su detto “lungimirante pioniere” che aveva già qualche mese fa manifestato reticenze verso il Centrodestra berlusconiano, delle reticenze venute fuori appena vent’anni dopo (ha i suoi tempi il ragazzo), e che sarà mai. Se non fosse che poi quelle reticenze sono svanite magicamente appena si è liberato un posticino in Senato. E queste sono le note positive, perché poi ci sarebbe tutta la storia dei rimborsi della regione Lombardia, quelle indagini delle famose ricevute non conservate e dei viaggi pagati alla Scajola.[divider]Poi c’è lui, la punta di diamante, quello che ha permesso tutto questo: l’Angelino nazionale (ma anche no). L’eroe del PD (assieme a Cicchitto, chiariamo), perché ci ha liberato di Berlusconi, ed ora il problema è risolto. Deve essere un omonimo di quel Angelino Alfano che pochi mesi fa marciava e manifestava fuori il tribunale di Milano, che poi dovrebbe essere lo stesso omonimo che ha combinato il guaio Shalabayeva. Certo, è senz’altro un omonimo, nonché sosia. Questo Alfano qui, invece, questo eroe nazionale, ha salvato il Paese, assieme ai lungimiranti pionieri, ha permesso al PD (noto partito di Sinistra, di sinistra almeno quanto Luttwak) di mostrare il proprio giubilo.[divider]Facciamo tenerezza, infinita tenerezza, quando crediamo che il problema sia un uomo, uno solo, vecchio, stanco, vinto da tutto e tutti. Non è un uomo, anche quell’uomo in particolare il problema, ma ciò che per anni ha rappresentato quell’uomo. Ciò che ha rappresentato, e rappresenta, ancora vive e fa danni, è ancora aggressivo e violento; è l’interesse del singolo o di un gruppo che deve vincere a tutti i costi, è il disprezzo per il bene comune. Quel bene comune frustrato e annegato nel mare di Lampedusa, che abbiamo dimenticato, che ci hanno fatto dimenticare, istigandoci alla lotta quotidiana che ci impone di fottere l’altro. E quello che ci resta è il sorrisetto di Letta, che guardando Berlusconi cambiare nuovamente idea, esclama “Grande!”.
Francesco Marangolo