
Vike

Il 2020 inizia anche per “Interviste di Nick ” e la rubrica dedicata agli artisti emergenti. Il 2019 si è concluso con la rock band dei Kabirya, mentre oggi, per segnare la fine delle feste e l’inizio di questo nuovo anno, andremo a conoscere nel dettaglio un nuovo artista di stampo pop rock: il cantante, chitarrista e compositore Vike.
Nome d’arte di Vittorio Giorcelli, definirlo nuovo non è propriamente giusto: quasi un anno fa preciso, lo abbiamo conosciuto come parte del trio dei New Landers, Ma Vike è ben più dell’essere il componente di una band e abbiamo potuto constatare di come nel corso della sua attività al fianco di numerose formazioni, abbia parallelamente coltivato negli ultimi anni la sua carriera da solista, pubblicando i singolo “Tutto il Male” (2017), “Distante” (2018) e “Relazioni Chimiche” (2019).
Sarà perciò lo stesso Vike a raccontarci della sua storia, del suo percorso, dei progetti e del suo futuro.
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1) Vorrei cominciare chiedendoti qualcosa sulle tue origini. Com’è iniziato il tuo percorso nel mondo della musica?
Vike: Ho iniziato a circa otto anni prendendo lezioni di chitarra classica e suonando con il coro della chiesa della mia città. Mio padre strimpellava, e mi regalò il mio primo strumento all’età dieci anni. Ricordo che a casa mia si ascoltava parecchia musica, mio nonno era amante delle big bands e del jazz e in casa suonavano sempre i dischi di Frank Sinatra. Per casa a quell’epoca girava un doppio VHS del Live at Wembley dei Queen, e dopo averlo visto, amato e consumato, verso i quattordici anni decisi che sarei diventato un chitarrista. Mi iscrissi quindi all’unico istituto musicale della mia città al corso di chitarra elettrica con indirizzo rock/blues che frequentai per cinque anni.
Parallelamente iniziai suonare nelle prime cover bands, ricordo che la prima in assoluto fu un tributo ai Red Hot Chili Peppers. Successivamente verso i ventitré anni, iniziai a scrivere canzoni e formai la band che diventò poi gli attuali Newlanders. Iniziai anche a cantare, o almeno a provarci.
Un motivo fu che non riuscivamo a trovare un cantante che soddisfacesse tutti quanti, un altro fu che non accettavo che le parole che scrivevo fossero cantate da qualcun altro. Da un paio d’anni, parallelamente alla band ho intrapreso il percorso solista.
2) Come hai scelto il nome Vike?
Vike: È un nomignolo che mi fu appioppato anni fa da alcuni amici. L’origine arriva dal titolo di un brano dei Tool, all’epoca eravamo tutti ossessionati da questa band. Vike è l’abbreviazione di “Vicarious”.
3) Di quanti progetti e band hai fatto e fai tutt’ora parte?
Vike: A parte qualche cover band degli inizi, al momento suono con la band The Newlanders, il progetto electro-pop L’Evoluzione, i Mojo Risin’ con i quali rendiamo tributo ai Doors, e da poco, Vike, che sono io da solo. Ho collaborato anche alla realizzazione di colonne sonore per piccoli film indipendenti e web serie.
4) Ci sono artisti che ti hanno influenzato o ispirato?
Vike: Ascolto davvero di tutto e di artisti che amo ce ne sono sparsi in tutte le epoche. Partendo dagli anni cinquanta in assoluto Elvis, e poi anche la motown di Sam Cooke e Marvin Gaye. Dal rock-blues dei sessanta, sopra a tutti Jimi Hendrix, mio primo amore chitarristico, e The Beatles. In adolescenza sono cresciuto poi ascoltando metal e grunge, quindi citerei Alice In Chains, Pearl Jam, Soundgarden. Ascolto anche parecchio rap, e mi piaciono molto Salmo, Kaos, Kendrick Lamar, Snoop Dog.
5) Quanto pensi che sia importante avere una forte identità musicale e come commenteresti la tua?
Vike: Mi infastidiscono in generale le etichette e le categorie. È senza dubbio essenziale avere una propria personalità ed un proprio suono, ma ancora più importante è che sia diverso dagli altri. Ho sempre avuto attrazione verso tutto ciò che è insolito, e, nel mio piccolo, cerco sempre qualcosa di diverso per evolvermi. Per quanto riguarda me, davvero non saprei, sono una miscela di tutte le cose che mi sono accadute.
6) Parliamo del tuo ultimo brano, “Relazioni Chimiche”. Cosa puoi dirci su questo pezzo?
Vike: È una canzone che nasce da un momento di sofferenza. Parla di una rottura e di me, ma soprattutto di come certe mie scelte abbiano da sempre influenzato la mia vita portandomi spesso a rimanere solo. Abbiamo voluto dare una connotazione cupa anche a livello sonoro, ispirandoci al genere new-wave e dark-pop, e girando un videoclip quasi horror.

7) Quale pensi sia il tuo brano più rappresentativo?
Vike: Non ce n’è uno in particolare. Chi mi segue sa che ogni canzone è un cambio di direzione rispetto alla precedente, e rappresenta un differente momento della mia vita.
8) Cosa provi quando fai musica?
Vike: Per me è una sorta di riabilitazione. Quando sono nel mio studio mi concentro solo sulla musica e tutte le sensazioni negative svaniscono. È come meditare, perdo la cognizione del tempo, e quando un brano è finito provo un’euforia indescrivibile.
9) C’è qualche artista con cui ti piacerebbe o vorresti avere l’onore di collaborare?
Vike: Al momento no.
10) Quali sono i tuoi progetti futuri? E che vette vorresti raggiungere?
Vike: Non ho nessuna velleità di notorietà o ricchezza, mi basterebbe campare con ciò che più amo fare, e cioè suonare. Quando sto su un palco mi sento bene. Nel futuro vorrei continuare a scrivere, per me stesso in primo luogo, e, se riuscirò ad arrivare a tutti gli altri, sarò ancora più felice.
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Terminiamo con il suo ultimo singolo“Relazioni Chimiche“. Clicca qui per ascoltare il singolo.