
Primo degli appuntamenti dell’ultimo mese del 2018 con la rubrica interviste delle“Interviste di Nick“. L’ultima volta, abbiamo chiuso Novembre parlando del giovanissimo rapper 4Quarti. Oggi anche abbiamo un altro esponente del filone Rap e non solo. Direttamente da Strafactor, lui è Luca Lolaico, in arte Sonny Stone.
Nato a Sassuolo, Sonny è un’amante della musica da sempre in tutto le sue forme e si è spesso dedicato alla sperimentazione e alla ricerca di forma espressive personalizzate per il mercato italiano e straniero. Cantante, compositore e scrittore, ha sempre lottato nella vita e superato con sforzi e passione le difficoltà artistiche e non solo che gli si sono presentate e porta avanti con fierezza la sua musica con l’obiettivo di diventare una vera e propria leggenda.
Sonny ama dire che non si può davvero riassumere la sua persona in poche parole, perciò non ci accontenteremo di questa breve presentazione, ma lo andremo a conoscere in modo estremamente approfondito attraverso le nostre domande.
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1) Come prima domanda, vorrei chiederti qualcosa sul tuo background artistico: com’è nato il tuo interesse e la tua passione per la musica e il suo mondo?
Sonny: Il mio interesse per la musica nasce all’età di 9 anni, quando sono stato selezionato per cantare, nella recita di natale di 4° elementare, “Da Fratello a Fratello” di Fausto Leali e Anna Oxa e da lì ho proseguito andando in chiesa tutte le domenica e cantando a messa.
Verso i 12 anni, a scuola abbiamo iniziato un “corso di canto” che ci ha portato a studiare per quasi un anno intero 2 canzoni “Luce” e “Fuoco nel Fuoco” di Eros Ramazzotti, 2 canzoni che mi hanno segnato indelebilmente. Nei 2 anni seguenti ho studiato prima la chitarra poi pianoforte.
Ho poi ignorato la musica per qualche anno, nonostante mia madre premesse per farmi entrare a far parte di una qualche scuola poichè aveva fiutato in me un qualche “talento” per la musica ma che io ho sempre rinnegato. Una delle cose che più ha inciso fu la registrazione di una cover di “Infinito” di Raf dedicata alla mia ragazza di allora. Qualche mese dopo accade l’avvenimento che ha più condizionato la mia vita: un incidente stradale che mi ridusse in coma per alcuni mesi. Una volta risvegliatomi, e ripresomi abbastanza da tornare a casa, per caso riascoltai quella registrazione e mi commossi, piansi tanto perchè non ero più in grado di cantare in quel modo così, così feci una promessa: “non mi importa quanto ci metterò,non importa se tornerò quello che ero ma voglio tornare a cantare”.
Fu così che negli anni a seguire, dopo “giudizi spietati” degli ascoltatori, mi sono detto: “Visto che dicono che sono bravo a scrivere, perchè non scrivo una canzone io?”
Da quell’idea, nel 2009 nacque “La Vita”, una biografia scritta in versi, la canzone della mia vita, prima in poesia poi nel 2017 trasformata in una canzone vera e propria.
Nel 2016 ho conosciuto John Gazzo, che ha creduto in me e mi ha cominciato ad insegnare tutto quello che sapeva sul RAP; perchè il Rap è Ribellione, il Rap è poesia. Mi sono così riavvicinato alla musica dopo che per anni l’avevo sfiorata senza toccarla, così ho iniziato a studiare; ma nella musica la teoria è nulla senza la pratica, così ho cercato di riprendere da dove avevo lasciato e con un lavoro durato svariati anni ho coniato un nuovo genere musicale, un ibrido fatto di testi Pop, R&B, HipHop mischiati con sonorità Trap, Rap, Rock.
2) Quando e come nasce invece il tuo nome d’arte, “Sonny Stone”?
Sonny: Il nome Sonny Stone è composto da Sonny, il mio soprannome, perchè quando avevo i capelli somigliavo a Sonny di Miami Vice, aka Don Johnson, e Stone, che in inglese è Sasso, siccome vengo da Sassuolo.
3) Ci sono artisti che ti hanno particolarmente influenzato o ispirato?
Sonny: Ci sono tanti artisti che mi hanno influenzato e modellato dal momento che ho sempre ascoltato qualsiasi genere musicale associandolo ad ogni diverso stato d’animo. Tra i principali troviamo sicuramente Tiziano Ferro, che con la sua poesia mi ha insegnato il piacere di scrivere per qualcuno o per qualcosa, Eros Ramazzotti per la sua voce così particolare e così affascinante, Giorgia e Pink con la loro grinta, o Justin Timberlake e Usher che mi hanno insegnato a ballare e rendere ogni mia esibizione un evento unico ed irripetibile. Oppure l’incontrastato re del pop Michael Jackson che ha tutto quanto già detto e ultimo ma non per importanza Checco Zalone.
4) Quanto pensi che sia importante avere una forte identità musicale e come commenteresti la tua?
Sonny: Molto, perchè ognuno di noi artisti deve essere ben definito. La musica ha un potere occulto, può far divertire, può far ridere, far innamorare oppure far riflettere e pensare su quali sono i problemi nel mondo.
5) Parliamo del tuo nuovo album di fresca uscita “The King”. Cosa puoi raccontarci su questo disco?
Sonny: Questo disco per me rappresenta una rivincita, un un riscatto, un’occasione per dire “Io scrivo, canto, ballo, io ci sono, io sono vivo!” con la spavalderia che mi contraddistingue e l’ambizione di pensare di poter essere quello che ormai da 10 anni mi manca.
6) Cosa provi quando fai musica?
Sonny: Quando faccio musica mi libero, mi sfogo, perchè ogni mio brano è una parte di me, è emozione, rabbia, amore, voglia di parlare. Non amo impegnarmi per raggiungere un obiettivo e raggiunto il quale fermarmi; ho sempre avuto l’ambizione di fare qualcosa perchè servisse a qualcuno e mi piace pensare che quello che faccio può servire veramente in tutti i sensi.
7) C’è qualche artista con cui ti piacerebbe o vorresti avere l’onore di collaborare?
Sonny: Di artisti con cui vorrei collaborare ce ne sono talmente tanti che faccio fatica a fare una cernita e dire qualche nome in particolare. Parlando di artisti italiani, i già citati Eros e Tiziano su tutti ma anche Fedez, J-ax e Nek, con il quale ho già parlato di un eventuale collaborazione in stile artisti uniti per l’abruzzo; David Guetta o Eminem che per me è e rimane il Dio del Rap!
8) Cosa puoi dirmi sui tuoi progetti futuri? E che vette vorresti raggiungere?
Sonny: Questa è una domanda molto difficile perchè nessuno conosce il futuro e nemmeno il presente a pensarci bene; l’unica cosa che conosciamo davvero è il passato. Quindi, mai mettere limiti alla provvidenza, che spesso la realtà può essere più incredibile della fantasia! Che vette vorrei raggiungere? sicuramente non vorrei fare come molti artisti che fanno un disco e poi spariscono dalla circolazione. Io voglio esserci sempre e anche quando non ci sarò con il corpo voglio rimanere nella memoria. Non voglio che mi si ricordi come quello che poteva essere ma non è stato, ma voglio essere quello che ci ha provato e ci è riuscito.
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