

Seconda settimana di Giugno e nuovo appuntamento la rubrica delle “Interviste di Nick“. La scorsa settimana abbiamo incontrato dopo tanto tempo una nuova rock band, quella dei Collectin’ Sparks. Oggi invece, trovandoci ancora in una settimana speciale, facciamoci trasportare ancora dal vento dell’eccezionalità, con una straordinaria e bellissima cantante: Alessandra Giubilato.
Cantautrice indipendente originaria Conegliano (Treviso), è presente sulla scena musicale dal 2015 con numerosi live all’attivo. Sin da piccola scrive canzoni e si appassiona al pianoforte. Cresce con la musica classica e con i cantautori italiani ma ascolta anche i più disparati generi musicali. Intraprende lo studio del pianoforte classico a 12 anni, a 15 inizia a studiare canto moderno. Nel frattempo, il volume di testi e melodie aumenta a dismisura. Dopo l’università, però, Alessandra capisce che la sua strada è la musica e decide di provare a realizzare il suo sogno. Nel 2015 conosce per caso il pianista milanese Sabino Dell’Aspro e con lui comincia una collaborazione che la porta ad esibirsi ancora oggi in Italia e all’estero spaziando da veri e propri concerti al pianobar. È grazie a queste esperienze che Alessandra riesce ad affinare la propria tecnica canora, sviluppando una grande capacità di adattamento e un vasto repertorio musicale. Nell’estate del 2017 Alessandra e Sabino, grazie alla stessa visione della musica, decidono di iniziare a lavorare insieme alla produzione indipendente del primo album di inediti di Alessandra, “La Rosa del Deserto”. L’album, uscito nell’aprile del 2018, riceve numerosi consensi e permette di raggiungere nuovi contatti.
Alla fine del 2019 Alessandra, che nel frattempo ha scritto numerosi testi e melodie, decide di raccogliere tutti i brani a tema femminile in un album dal titolo “La Poesia di una Donna (anche sotto un vestito)”, uscito il 22 maggio 2020. Alessandra si contraddistingue per le capacità interpretative, il colore e la padronanza della dinamica della voce, mentre le canzoni si caratterizzano soprattutto per temi e testi impegnati (tipici del cantautorato italiano). La musica di Alessandra non rientra in un genere musicale predefinito in quanto l’artista preferisce mantenere la propria creatività libera da schemi, ma risente di influenze classiche, folk, jazz e bossa nova.
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1) Vorrei cominciare chiedendoti qualcosa sulle tue origini artistiche. Come ti sei avvicinata al mondo della musica?
Alessandra Giubilato: Credo che il mio primo incontro con la musica sia avvenuto quando avevo 3 anni, quando mio padre mi regalò una pianolina Bontempi. Gli avevo chiesto di far corrispondere ad ogni nota un numero, per poter imparare facilmente. Ricordo ancora la mia manina destra che suona la melodia dell’“Apprendista stregone”, del film d’animazione della Disney “Fantasia”. Infatti, la prima canzone che scrissi, a sei anni, si chiamava proprio “Fantasy”, me la ricordo ancora bene. A quattordici anni iniziai a studiare pianoforte classico e a quindici a studiare canto moderno. Nel frattempo era nata anche la mia prima band, che faceva principalmente hard rock (mi viene ancora da ridere a pensarci!). Il mio rapporto con la musica dal vivo, poi, è stato intermittente, sia per impegni universitari, sia perché ogni volta che decidevo di impegnarmi in un nuovo progetto arrivavo a dire “ma chi me lo fa fare?”; ho sempre vissuto molto male il fatto che la musica dal vivo, in Italia, venga poco considerata. Nel 2015, dopo aver conseguito la laurea magistrale, decisi di dedicarmi alle mie vere passioni. Solo una settimana dopo questa decisione incontrai per puro caso Sabino Dell’Aspro, che, intravedendo il mio potenziale nascosto (non cantavo decisamente così!) mi ha dato l’opportunità’ di crescere tramite live di ogni genere e in diverse zone d’Italia e d’Europa. Nel 2017 la decisione di prendere in mano le mie canzoni (o meglio “bozze di canzoni”). Ad oggi abbiamo una produzione di circa 25 canzoni inedite che cresce sempre di più.
2) Ci sono artisti che ti hanno influenzato o ispirato?
Alessandra Giubilato: Difficile rispondere. Come ho affermato nella domanda precedente, la mia prima band faceva hard rock, ma ho ascoltato tanta musica classica e cantautorato (anche molto di nicchia). Sin da piccola ho assistito ai più diversi tipi di concerti (grazie a mio zio che li organizzava), dai King Crimson a Sting, da Pino Daniele ai New Trolls. Andavo ad ascoltare tutti, indipendentemente dai miei gusti, perché mi piace anche cambiare idea, a volte.
3) Quanto pensi che sia importante avere una forte identità musicale e come commenteresti la tua?
Alessandra Giubilato: È importante essere pronti ad evolvere e cambiare, se necessario. L’identità musicale si scopre nel tempo, è un viaggio di errori e di correzioni, di introspezione psicologica. Lo senti quando stai bene nei tuoi panni. Quante volte mi sono sentita dire: “Ma perché non fai qualcosa di più commerciale?”. Ci ho anche provato, in passato, ma non mi sento per nulla a mio agio. A volte vorrei che non fosse così. Se non posso fare quello che mi piace, ovvero cantare quello che sento mio, preferisco fare un qualsiasi altro lavoro.
4) Come nasce un tuo brano?
Alessandra Giubilato: Ogni brano ha la sua storia. A volte, nasce da un’idea premeditata, a volte da un’intuizione spontanea. Ogni tanto nasce prima il testo, spesso la melodia o altre volte ancora la struttura armonica. Quello che posso dire è che, generalmente, porto a Sabino Dell’Aspro (produttore e arrangiatore) un brano con testo e melodia, che poi viene lavorato armonicamente ed eventualmente sviluppato.
5) Parliamo del tuo ultimo album, La Poesia di una Donna (Anche Sotto un Vestito). Cosa puoi dirci su questo disco?
Alessandra Giubilato: È un album che nasce con l’intento di raccogliere tutte le mie canzoni sulle donne, donne che si battono per la propria libertà e contro i pregiudizi. Proprio per questo ho aggiunto al titolo “La poesia di una donna” il sottotitolo “anche sotto un vestito”, ovvero “oltre le apparenze”. Racconto la storia di donne conosciute, come la poetessa Alda Merini, la ballerina Isadora Dunan, la modella Kiki de Montparnasse o l’attrice Maria Montez, ma anche donne senza nome, come le vittime di violenza domestica o le migliaia di bambine costrette ogni anno a sposare uomini molto più vecchi di loro.

6) Quale pensi sia il tuo brano più rappresentativo?
Alessandra Giubilato: Il mio brano più autobiografico è sicuramente “La rosa del deserto”, che è diventato il simbolo di un viaggio musicale che mi ha portato a trovare (o meglio, a confermare) la mia identità. Il testo è una metafora: parla di un minerale grezzo, chiamato appunto “rosa del deserto”, che cerca in ogni modo di assomigliare al fiore di cui porta il nome, quello che viene apprezzato e ammirato da tutti. Dopo diversi tentativi e considerazioni, decide che, in fondo, non vale la pena cercare di cambiare se stessi.
7) Pensi che la tua musica sia cambiata nel tempo, tra il tuo nuovo album e il tuo lavoro precedente?
Alessandra Giubilato: Dal punto di vista dell’anima no, ma dal punto di vista tecnico e canoro sì, e in maniera abissale. A parte il fatto che la strumentazione utilizzata per realizzare quest’ultimo album è decisamente di qualità superiore (lo studio di registrazione è nostro ed è stato costruito pian piano negli anni), anche il mio modo di cantare è sicuramente cambiato. Non riusciamo quasi ad ascoltare i lavori precedenti, infatti proprio per questo motivo abbiamo ritirato i brani dagli store online per poterli rimasterizzare e ricantare.
8) Cosa provi quando fai musica?
Alessandra Giubilato: Una grande soddisfazione personale, gioia ed emozioni. In molti dicono che, sopra il palco, riescono finalmente ad essere se stessi, ma io ritengo di essere esattamente la stessa persona sia sul palco che sotto il palco. La musica, in ogni caso, mi dà l’opportunità di esprimermi al meglio, perché spesso c’è troppo da dire, troppo da raccontare. Chi è sensibile sa percepire anche solo attraverso il tocco di un’unica nota di pianoforte.
9) C’è qualche artista con cui ti piacerebbe o vorresti avere l’onore di collaborare?
Alessandra Giubilato: Credo che ogni artista (anche quelli che a primo impatto sembrano i peggiori) potrebbe essere un arricchimento, spesso sono rimasta sorpresa anche da chi proprio non avrei immaginato. Credo che ogni proposta vada valutata.
10) Quali sono i tuoi progetti futuri? E che vette vorresti raggiungere?
Alessandra Giubilato: Sicuramente mi piacerebbe vivere di musica eseguendo quasi esclusivamente i miei brani. Sono consapevole di non essere in linea con l’industria discografica di oggi ma noto in moltissime persone (anche giovani!) il bisogno e la voglia di tornare ad una musica di qualità, ovvero quella non creata per essere un mero prodotto commerciale, quella musica che resta nel tempo e non viene scordata dopo un mese. Mi piacerebbe ricoprire parte di quella nicchia (che poi forse tanto nicchia non è). Credo che la gente sia stanca e ormai individui subito quello che è creato senza il cuore, solo per vendere. È il motivo per cui le canzoni di De Andre’, Battisti, De Gregori ecc. (ma anche tanti altri grandi nomi del rock, del jazz o della musica classica) si ascolteranno anche tra 100 anni.
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Concludiamo con il brano: “Vento di Tempesta“. Clicca qui per musica e testo.