[dropcap]C[/dropcap]he si tratti del modello belga, di quello olandese o di altre ispirazioni istituzionali, una cosa è abbastanza chiara: il parlamento deve cominciare a lavorare nonostante sia, allo stato attuale dei fatti, impossibile formare una maggioranza che dia la fiducia ad un governo politico. Il governo Monti è dimissionario, nonostante come abbia ricordato Napolitano: “non sia stato tecnicamente sfiduciato”, il che vuol dire che è competente a provvedere solo per gli affari di ordinaria amministrazione. Tutto quello che esula dai provvedimenti ordinari può essere disciplinato da un decreto legge ma, e questa è la differenza importante rispetto ad un governo pienamente in carica, purché vi sia l’autorizzazione del Parlamento nei confronti del governo ad emanare l’atto avente forza di legge.
Il Parlamento deve lavorare, bene, ma è cosa risaputa che lo stesso resta menomato se privo delle commissioni permanenti, ed è questo il problema maggiore degli ultimi giorni. Il Movimento Cinque Stelle, Sinistra Ecologia e Libertà, la Lega ed una trentina di parlamentari del partito democratico si sono dichiarati non solo disponibili per la nomina dei componenti e presidenti delle commissioni, ma hanno addirittura manifestato la loro contrarietà ad una paralisi delle camere, dovuta all’opposizione del Popolo delle Libertà, di Scelta Civica e di gran parte del Partito Democratico che è, soprattutto in un momento del genere, irresponsabile e causa dell’ulteriore perdita di credibilità della politica. Ma questa posizione contraria da dove nasce?
Lo stallo è dovuto principalmente ad una differente posizione in merito alla possibilità tecnica di nomina dei componenti, ed in particolare dei presidenti, delle commissioni, tanto che posizioni molto distanti si ritrovano oltre che all’interno dei singoli partiti anche tra i due presidenti delle camere: Piero Grasso e Laura Boldrini, quest’ultima favorevole alla nomina dei componenti.
Non è possibile istituire le commissioni perché non c’è nè una maggioranza nè un’opposizione, è la motivazione, e potrebbe essere vera, ma inconfutabile è , come ha detto l’ex presidente della Corte Costituzionale nonché Ministro della Giustizia, Govanni Maria Flick, che:
” In questo momento è prioritario non paralizzare le Camere. Sia nei regolamenti di Camera e Senato sia nella Costituzione non c’è nulla che in merito alle Commissioni faccia riferimento a un problema di maggioranza e minoranza(..) il regolamento di Montecitorio dice che i gruppi designano i loro rappresentanti nelle Commissioni subito dopo essersi insediati. Al Senato entro 5 giorni. E quando i gruppi si insediano non c’è ancora un nuovo governo in carica(..) non condivido l’impostazione di Grillo: il nostro sistema è basato sulla sinergia fra Parlamento ed Esecutivo. Ma non penso che sia corretto in linea di principio subordinare l’ attività delle Camere all’arrivo del governo”.
L’impostazione di Grillo alla quale si riferisce riguarda la “minaccia” dei cinque stelle di occupare simbolicamente le camere se martedì verrà negato il via libera alla istituzione delle commissioni. “I partiti bloccano il Paese mentre si spartiscono le poltrone”, ha detto la capogruppo alla camere del Movimento Cinque Stelle, Roberta Lombardi.
Ora, che la necessità di un governo, e quindi della distinzione tra maggioranza ed opposizione, sia prettamente una prassi consolidata ed in quanto tale derogabile, soprattutto in un momento del genere, oppure che si tratti di una regola assolutamente inderogabile, sia tecnicamente che costituzionalmente, è una questione molto interessante da un punto di vista teorico ma con scarso valore pratico.
Probabilmente una possibilità di istituire le commissioni anche prima che un governo veda la luce (sempre che accada in questa legislatura) c’è (ad esempio nominando in proporzione ai voti presi), altrimenti molti costituzionalisti, tra cui Flick, non si sarebbero sbilanciati. E vista la situazione di emergenza, sotto molti punti di vista, probabilmente non sarebbe nemmeno ingiustificato imboccare tale via.
Francesco Marangolo