Ormai è pandemia, conclamata ed ufficializzata dall’OMS. Il Coronavirus sguazza e si diffonde in tutt’Europa. Purtroppo l’Italia ha fatto da apripista fra i paesi del vecchio continente con tutte le conseguenze del caso. I diversi DPCM che si sono susseguiti, dagli inizi di marzo ad oggi, hanno condotto la vita di ciascuno verso limitazioni prima d’ora impensabili, giungendo alla segregazione domiciliare. Forse queste misure, reputate da qualcuno fin troppo oppressive, sarebbero dovute intervenire ancora prima per la salvaguardia della salute di tutti.
Non stoppare Campionato e Coppe ha agevolato il diffondersi del virus
Nel calcio, un mondo parallelo rispetto alla vita reale, è stato consentito di giocare la 26esima giornata di campionato, i recuperi e le partite di Champions League in circostanze già molto critiche. Tale decisione, a dir poco scellerata, ha rischiato di agevolare la trasmissione del virus, e pertanto si è cercato di contenere il danno virando sulle sfide a porte chiuse, come se i contagi tra calciatori e staff non contassero.
L’UEFA decide di far slittare l’Europeo 2020
Dell’evidente stato di allarme, provocato dalla minaccia mondiale del covid-19, ne ha preso piena coscienza la UEFA solo martedì 17. In videoconferenza assieme con i rappresentanti delle federazioni affiliate, i dirigenti dei club e delle Leghe europee, il governo del calcio ha deciso di far slittare gli Europei di calcio al 2021.
Una scelta che ha avuto la finalità di salvaguardare la salute di tutti ed in particolare di quanti gravitano nel pianeta calcio ad ogni livello. Si è pervenuti ad una conclusione forte, costosa e di responsabilità che non ha precedenti, ma che probabilmente non avrebbe ammesso neanche alternative.
Per la prima volta gli Europei di calcio si disputeranno in un anno dispari
La rassegna continentale, inizialmente in programma dal 12 giugno al 12 luglio di quest’anno, si giocherà, in modalità sempre itinerante, l’11 giugno 2021, con esordio a Roma, e chiusura l’11 luglio 2021 a Wembley. Sarà il primo Europeo della storia a disputarsi in un anno dispari.
Evidentemente, dopo diverse esitazioni, il vertice del calcio europeo ha compreso che questa era l’unica soluzione possibile, anche in considerazione dell’allargamento della minaccia coronavirus in tutta Europa. Celebrare il festival del calcio europeo in stadi vuoti, con tribune verosimilmente deserte, mentre il continente intero è a casa in isolamento, avrebbe tolto senso alla competizione.“Il calcio è gioia, aggregazione, socialità e non distacco e separazione” – ha commentato Ceferin, presidente del UEFA.
Senza Europei c’è posto per concludere Campionato e Coppe
Con lo slittamento dei prossimi Europei si potranno portare a termine, Covid-19 permettendo, i campionati nazionali e le coppe per club attualmente sospesi. L’idea è quella di concludere i campionati nazionali in estate, entro giugno/luglio, sempreché la situazione consenta la ripresa. È ovvio che si procederà solo se riprendere a giocare sarà sufficientemente appropriato e prudente. La Lega di serie A auspica che si possa riprendere la stagione calcistica già da maggio e possibilmente a porte aperte.
A tal fine è stato creato un gruppo di lavoro con Uefa, federazioni, leghe e club per gestire la crisi, esaminare soluzioni, rimodulare un calendario che consenta il completamento della stagione in corso. Il calendario potrebbe prevedere partite di campionato anche nei giorni infrasettimanali e gare di Champions ed Europa League nei weekend.
Tuttavia, sebbene un’ottica positivista faccia ritenere che la progressione del contagio possa tendere nei prossimi mesi verso l’appiattimento, tutto resta ancora in sospeso, con la riserva a nuove modifiche in base all’evoluzione del coronavirus nei paesi del vecchio continente.