
Sabato 27 Gennaio all’ ex Asilo Filangieri in via Maffei nei pressi di San Gregorio Armeno è stato presentato il film documentario di Massimiliano Carboni e Claudia De Michelis “La cura della libertà”.
All’ ex Asilo Filangieri ritorna il tema della libertà dell’ individuo; in particolare quello della libertà dei pazienti affetti da malattie mentali. Torna il tema della legge Basaglia (13 Maggio 1978) sulla chiusura dei manicomi.
Un gruppo di infermieri (14 in totale) dell’ ospedale psichiatrico del padiglione 25 del Santa Maria della Pietà di Roma nel 1975 si fanno pionieri di un discorso che culminerà proprio con la suddetta legge del 1978.
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Loro, del padiglione 25, scrivono un diario su quella che è la condizione disumana dei manicomi di un tempo descrivendo storie di individui che erano rinchiusi da 20 e più anni in queste strutture, donando ai pazienti libertà e umanità, ascoltando le loro storie, tutto documentato in questo film di Massimiliano Carboni e Claudia De Michelis con alcuni protagonisti (infermieri) di allora. Un gruppo di eroi contro ogni istiuzione, contro ogni regola. Infermieri (quindi operai) che si mettono in testa di rivoluzionare le cose del padiglione 25.
Loro regalavano libertà ai pazienti, ascoltavano le loro storie, davano ad essi una storia che avevano perso nella struttura stessa dimenticando il loro passato e ricordando solo il giorno in cui erano stati internati.
Decisero ad esempio un viaggio aereo con i pazienti stessi per fargli vedere il cielo, le alture, la città vista da un’ altra prospettivi, diversa da quelle quattro mura a cui erano abituati, altri venivano portati a vedere il mare o solo a fare una passeggiata.
Un manicomio autogestito in poche parole da eroi che si rifiutavano di cose come legare i pazienti o abbandonarli al proprio destino in un periodo di grandi rivoluzioni per l’ Italia, il 1975.
Il film-documento è avvincente e significativo, significativo è il fatto che i pazienti peggioravano le loro condizioni di salute chiusi in ospedale avendo poi paura di uscire e di confrontarsi con la realtà, mentre questi infermieri cercavano di inserirli, li dove potevano, nella società o di farli accettare dalle loro famiglie: “Non cercavamo di normalizzarli ma di inserirli nella vita facendo capire loro difficoltà e problematiche che ogni individuo vive”.