Una notizia improvvisa nel bel mezzo dei Mondiali in Qatar scuote il mondo del calcio ed allarma soprattutto i tifosi bianconeri. Il presidente Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved, l’ad Maurizio Arrivabene e l’intero Cda della Juventus hanno rassegnato le dimissioni lunedì 28 novembre.
Come si è arrivato a tanto?
Il CdA si era riunito in via straordinaria dopo aver riscritto il progetto di bilancio ed il bilancio consolidato 2021-22, accogliendo i rilievi fatti dalla Consob e dalla Procura di Torino su plusvalenze fittizie e manovra stipendi. Non avendo individuato una linea condivisa d’azione, su proposta di Agnelli, tutti hanno rassegnato le dimissioni.
Cosa è l’inchiesta Prisma?
L’inchiesta Prisma parte nel maggio 2021 sulla base dell’indagine della Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche) che individuò 62 operazioni di mercato sospette di cui 42 concluse proprio dal club bianconero. Successivamente poi l’indagine si è ampliata alla questione stipendi.
Quali sono i reati contestati?
Secondo gli inquirenti si configurano, principalmente, due reati: falso in bilancio, e false comunicazioni rivolte al mercato, trattandosi di società quotata.
Questione plusvalenze
Nell’ambito dell’inchiesta la Juventus è paragonata ad una “macchina ingolfata” a causa di investimenti oltre le previsioni di budget e di altre operazioni poco accurate, tra cui gli stipendi eccessivi. Con il sistema delle plusvalenze la Juventus ha generato ricavi di natura meramente contabile, in pratica fittizi, mascherando perdite di esercizio. Ci sono accertamenti anche sui rapporti economici con Cristiano Ronaldo relativamente al contratto ed alle retribuzioni arretrate, anche se il calciatore non risulta indagato.
Gli inquirenti si sono avvalsi di numerose intercettazioni telefoniche, dalle quali si ricava che negli ambienti della Juventus le difficoltà erano note a tutto lo staff dirigenziale.
Ma cosa sono le plusvalenze?
La plusvalenza si verifica in tutti quei casi in cui una società riesce a vendere un proprio tesserato ad una cifra maggiore rispetto a quella registrata in bilancio.
Una plusvalenza di per sé non costituisce un illecito ma negli ultimi anni questo fenomeno si è sviluppato sempre di più tra le nostre società, in modo sospetto, come modalità per riuscire a sanare i propri bilanci. In pratica molti club hanno iniziato a scambiarsi tra di loro giocatori a prezzi lontani dal loro reale valore dando vita a plusvalenze gonfiate e false. Operazione tra le più sospette è in particolare quella definita a specchio: senza alcuno scambio di denaro, due società si scambiano tra di loro due calciatori, con le valutazioni di questi ultimi gonfiate per portare benefici in termini di bilancio. Una mossa che permette ai club di mettere a bilancio valori patrimoniali più alti pur senza aver incassato denaro liquido.
Tali plusvalenze, quindi, non apportano in realtà alcun beneficio concreto, ma permettono comunque a tantissime società di nascondere i propri problemi e di apparire dall’esterno come proprietà in salute dal punto di vista finanziario. Negli ultimi anni sono nate intorno a queste operazioni molte indagini ed inchieste, rese però complicate dal fattore della soggettività: in molti casi non è infatti possibile stabilire in maniera certa il valore di un giocatore, potendo le società coinvolte decidere liberamente il costo per i trasferimenti.
Unico caso per ora sanzionato in Italia quello del 2018, con le plusvalenze fittizie tra Chievo e Cesena che costarono al club veronese 3 punti di penalizzazione e una sanzione di 200mila euro.
Questione stipendi
Un ulteriore intervento, finalizzato ad alterare i risultati di bilancio, è stato individuato nello spostamento degli stipendi. Sussisterebbero elementi concreti per ritenere che gli stipendi a cui i giocatori hanno rinunciato siano corrispondenti a una mensilità e non quattro: le restanti mensilità sarebbero state differite. In seguito a perquisizioni infatti sono state trovate delle scritture private contenenti l’impegno incondizionato della società a restituire quanto pattuito anche in caso di trasferimento del calciatore, al contrario di quanto risultava nei contratti depositati in Lega.
Cosa rischia la Juventus?
Nell’ambito del Codice Figc il comma 1 dell’articolo 31 fa riferimento a “comportamenti comunque diretti a eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica”. In questo caso ammenda e diffida sono le sanzioni. Il comma 2, invece, si rivolge a “chi tenta di ottenere l’iscrizione a una competizione cui non avrebbe potuto essere ammessa”. In questo secondo caso, si va dalla penalizzazione all’esclusione del campionato o la retrocessione.
Non ci resta che attendere l’esito delle indagini della magistratura “fino alla fine”, come recita il motto della Vecchia Signora.