
Sono giorni di ansia e paura per la famiglia di Gianluca Salviato, tecnico italiano 48enne sequestrato il 22 marzo in Cirenaica, di cui non si hanno notizie. Si fa strada l’ipotesi che si tratti di un rapimento a scopo di estorsione, ma ancora non è arrivata nessuna rivendicazione, nè richiesta di riscatto, fa sapere la “Enrico Ravanelli”, l’azienda per cui lavora Salviato. Il tecnico pare che si trovasse a Tobruk per ultimare dei sopralluoghi di collaudo e stava seguendo i lavori di realizzazione degli impianti fognari nei quali la “Ravanelli” è impegnata da due anni nella città libica. Già nel 2011 alcuni impiegati della stessa azienda erano dovuti scapare dalla sede di Tobruk e rifugiarsi in Egitto a causa del grosso disordine politico che perdura in Libia. La zona Cirenaica, in particolare Bengasi o Derna, – feudi degli islamisti radicali – è stata teatro nei mesi scorsi di attentati, rapimenti e uccisioni, quasi all’ordine del giorno. [divider] Dalla caduta del regime di regime di Muammar Gheddafi nel 2011, le nuove autorità di transizione del governo centrale di Tripoli non si sono mostrate ancora capaci di stabilire l’ordine e la sicurezza, soprattutto nelle regioni orientali e nel sud del Paese dove regna una vera e propria anarchia. Ora si teme per la vita del tecnico italiano dopo che all’interno della sua auto abbandonata è stata trovata dell’insulina da lui utilizzata per combattere il diabete. Per questo nella città libica sono state anche distribuite dai colleghi foto, e lanciati appelli attraverso la radio locale, sottolineando quali sono i suoi problemi di salute. Sul fronte delle indagini, tutti i canali sono stati attivati, mentre dalla famiglia del tecnico si mantiene il massimo riserbo.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui