
Si è tenuto venerdì 5 gennaio il Concerto per l’Epifania al Teatro San Carlo di Napoli, promosso dall’Università degli Studi di Napoli Parthenope, in collaborazione con la Fondazione Ravello e la Fondazione Banco di Napoli: una serata all’insegna della valorizzazione della cultura e della riscoperta delle iniziative dell’Università sul territorio. Il Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, Antonio Garofalo, ha ribadito la vivacità intellettuale di Napoli, che con il suo patrimonio artistico, le sue ricchezze storiche e le sue tradizioni, è un punto fermo per i giovani ed un perpetuo motivo di orgoglio.
Protagonista di un’indimenticabile esibizione musicale è stato il Maestro Eduardo De Crescenzo, che ha registrato un tutto esaurito, incantando la platea con “Essenze Jazz“, una biografia del cantautore sulle note delle sue intramontabili poesie in note; ad accompagnarlo, una rosa di straordinari musicisti in dialogo continuo con la sua musica: Enzo Pietropaoli al contrabbasso; Marcello Di Leonardo alla batteria; Julian Oliver Mazzariello al pianoforte; Daniele Scannapieco al sassofono; Susanna. Krasznai al violoncello.

In foto, il Maestro Eduardo De Crescenzo
“Ad un certo punto ho sentito l’esigenza di rileggere il mio repertorio, non solo attraverso le canzoni che ho cantato nel corso di questi anni, ma anche attraverso tutte le esperienze musicali che ho vissuto, e di cantarle così come le avrei cantate oggi; nel tempo, però, ho imparato che le canzoni, una volta pubblicate, non appartengono più solo all’artista, ma viaggiano anche nella vita di chi le ascolta. Nel mio repertorio se ne annoverano più di cento, e sarebbe impossibile proporle tutte in un unico concerto; vorrei, tuttavia, ricordarne qualcuna, così da evocare il momento in cui le nostre strade si sono incontrate, e abbiamo vissuto la stessa emozione“, spiega Eduardo. D’altronde, chi non si è commosso ascoltando “Ancora” (con cui De Crescenzo, nel 1981, vinse il premio per la migliore interpretazione al Festival di Sanremo, arrivando in finale), chi non si è mai rispecchiato nel coraggio di vivere liberi nel pensiero e nelle azioni sulla melodia di “Amico che voli“, chi non ha mai rievocato con nostalgia il passato, la bellezza di una stagione lieta e di un tempo che non tornerà più in “C’è il sole“; chi non ha mai descritto i momenti quotidiani e fugaci di un innamoramento, ponendo come sfondo e cornice la città di Napoli ne “Il racconto della sera“, chi non ha pianto pensando alla difficoltà di trovare un’anima gemella, chi non ha mai messo a nudo le proprie debolezze e i propri sentimenti, disposto a tutto pur di porre fine ai tormenti dell’anima ed ad una logorante solitudine, provando uno scoramento ed una sfiducia legata a plurime delusioni del cuore ascoltando “Dove“, chi non ha mai intravisto il proprio io interiore in “Parole nuove“. Un viaggio meraviglioso che ha attraversato altri capolavori, tra cui “Sarà così“, “Le mani“, “E la musica va“, “Naviganti“, “Da lontano“, “Quando l’amore se ne va“, “Il treno“, chiudendo il sipario sulle note di “La vita è questa vita“.
Presenti, tra il pubblico, tanti esponenti di spicco dell’ambiente accademico, autorità civili e militari, associazioni culturali e studenti: a loro il Rettore, rievocando il celebre discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha ricordato che essi rappresentano il futuro, e che la cultura rappresenta un baluardo contro la mediocrità umana, la loro scintilla di eternità. Da sempre.
Ancora.