
Facebook e il suo calo
Dopo il parlamento anche Wall Street reagisce alle accuse di Facebook.
In una seduta la multinazionale di Mark Zuckerberg (Facebook) perde 35 miliardi di dollari in borsa.
Il fondatore del più famoso social network al mondo non rilascia dichiarazioni quasi come se non volesse intervenire, e questo però getta la multinazionale ancor di più nell’occhio del ciclone.
Questa è la seconda volta che il colosso mondiale viene implicato nelle elezioni del presidente americano Donald Trump.
La prima volta Facebook è stato usato da alcune pagine Russe per manipolare il pensiero delle persone e far risaltare la campagna politica dell’ oramai noto Presidente degli Usa.
La seconda volta la pagina inglese CAMBRIDGE ANALYTICA si è appropriata di oltre 50 milioni di account per favorire ancora una volta la campagna elettorale di Trump.
La cosa più grave di tutto ciò e che Facebook ha tentato di occultare questo avvenimento, che è stato scoperto da un giornale inglese.
La casa americana ha tentato di giustificarsi in un secondo momento con ragioni imbarazzanti dopo aver minacciato il giornale di denunciarlo per diffamazione.
Al momento le indagini dei parlamenti sono allo stato preliminare, ma c’è il rischio che tutto si concluda con dei severi provvedimenti.
Da poco si è venuto a sapere che l’inventore di questa piattaforma ha venduto altri 350 milioni di dollari delle sue azioni.
Un’ azione che ricorda il modello di Bill Gates, ovvero lasciare ad altri la gestione dell’azienda che ha fondato per costruirsi una nuova vita.