[dropcap]E[/dropcap] fu così che i lavori parlamentari vennero interrotti. “Stop ai lavori delle Camere o cade il Governo” , ha detto la “pitonessa” Santanchè. Deve essere successo qualcosa di davvero molto grave. Forse per la storia di Alfano che fa estradare, illegittimamente, moglie e figlia di uno dei maggiori oppositori del dittatore kazako, amico di Berlusconi (ovviamente) che ha diversi intricati interessi in Italia, con ENI? Oppure perché l’Italia è a due posizioni dall’avere un debito pubblico “spazzatura” secondo Standard & Poors?
Niente di tutto questo.
Ieri mattina sul Corriere della Sera è uscita la notizia che, in caso di udienza in Cassazione fissata da settembre in poi, si sarebbe corso il pericolo di una parziale prescrizione del reato ascritto a B. Si tratta della condanna per frode fiscale, quella che attende una pronuncia della Corte di Legittimità. Questo avrebbe comportato un necessario ricalcolo delle pene accessorie, ovvero un altro annetto di attesa.
Ma proprio ieri pomeriggio la Cassazione ha fissato la data di udienza al prossimo 30 luglio.
Sorvolando sul fatto che sia presumibile come la Corte avesse scelto, già prima di ieri, alcuni giorni utili per l’udienza, e alla fine la scelta sia caduta sul 30 luglio; difficile che sia stata una reazione, con il premio della intempestività, alla notizia del Corriere, ma queste sono presunzioni. E sorvolando che il PDL (e Forza Italia prima) sono quasi vent’anni che tenta di dar vita al “Processo breve” che spesso diventava nei disegni di legge “Processo lampo” o addirittura “Processo morto” ed ora invece, di fronte alla celerità della Corte, grida al golpe, perché “i giudici pensano prima a Berlusconi, con insolita solerzia e quindi c’è un disegno ben preciso di annientamento politico per via giudiziaria”.
Ma le reazioni sono state molte, tutte violente e immediate, come prevedibile:
“Che aspettiamo ad entrare in azione?”, ha detto la su citata “pitonessa”. Verrebbe da chiedere: per fare cosa? Un colpo di stato? Una rivoluzione? Un Harlem shake davanti al tribunale, di roma stavolta? Oppure l’azione sarebbe una riforma che ripristina l’immunità parlamentare?
“È un colpo di stato”, ha detto Brunetta, con il solito atteggiamento moderato che lo caratterizza. Anche lui, come gli altri, componente della ” grande coalizione dei moderati ” che B. nomina puntualmente ad ogni campagna elettorale; presunta coalizione dei moderati di cui farebbero parte anche Giovanardi, Santanchè, Capezzone, Cicchitto, Alfano, Biancofiore, Mussolini. Ed davvero lunga la lista.
“C’è qualcuno che non vede il clima di pacificazione voluto da Berlusconi”, queste sono invece le parole di Cicchitto, il quale, avendo esaurito le uscite fuori luogo con la storia del Papa, si è dovuto moderare nei toni.
“Quanto sta avvenendo è inaccettabile, stento a credere che tutto ciò possa accadere”, questo invece è il ministro Lupi.
Ma torna la domanda: quando si dice “è inaccettabile, dobbiamo reagire etc.” che cosa si intende? E soprattutto: quali sono queste (re)azioni? Prendere i milioni di elettori per occupare i tribunali? Oppure lo sciopero fiscale che,sempre la pitonessa, minacciò velatamente (ma nemmeno tanto) ad otto e mezzo: “smetteremo di foraggiare lo stato”?
Perché non ci chiariscono le idee su quali siano le modalità per salvare gli italiani (uno in particolare) dal presunto golpe giudiziario.
Bloccare le Camere? Molti di quelli che dovrebbero, presumibilmente, partecipare a questa “manifestazione” sono anche tra i più assenteisti del Parlamento, quindi bloccherebbero, semmai, i lavori di quelli che invece in Parlamento ci vanno e cercano di non renderlo un “bivacco di manipoli”. E chi lo dice a quelli del PD che “non vogliamo un’alleanza con il M5S perché non rispettano il Parlamento, vogliono abolirlo”? Forse, ma forse, avete accusato il partito sbagliato. Lo stesso PD che ha accettato, anzi votato, una sospensione dei lavori parlamentari, questa mattina, come se fosse una cosa normale e non qualcosa che “manco lo Zimbabwe”. Come ha detto Gilioli: “E’ una vendita di chiappe grossa, molto più di quella dei 101 sul voto a Prodi e del si alle larghe intese”.
Detto questo, dopo le notizie non buonissime di FMI, agenzie di rating e istituzioni europee, viene da sorridere pensando alle parole “governo di emergenza”, “governo di unità nazionale” o, la più spassosa di tutte, “governo di responsabilità”. Ecco, responsabilità, come no.
Francesco Marangolo