
L’attaccante di Calcinate, Manolo Gabbiadini, dopo aver firmato il contratto che lo lega al Southampton,(squadra inglese che milita in Premier League) posta su Instagram un lettera d’addio per salutare i tifosi che l’anno sempre sostenuto in questi 18 mesi, club e compagni, però non saluta il suo ex tecnico Maurizio Sarri.
Di certo non si tratta di una dimenticanza, se nella lettera di Gabbiadini si legge: “Grazie al Presidente, alla Società, a Benitez, Bigon, Giuntoli, a tutti i componenti dello staff e i compagni di squadra di questi venticinque mesi vissuti insieme in Italia e in Europa”. Ha citato volutamente membri dello staff e compagni di squadra vecchi e nuovi, ma non lui, il suo ex tecnico.
Di questa sua dimenticanza voluta non gli si può dire niente, perché deve essersi sentito davvero poco compreso dal tecnico toscano, che non l’ha mai fatto giocare nel suo ruolo naturale di esterno d’attacco, mettendolo sempre come prima punta, ruolo in cui Manolo non da il meglio di sè. Non c’è dubbio che dall’infortunio di Milik, abbia avuto molte opportunità però mai nel ruolo di esterno destro occupato dall’insostituibile Callejon.
Le colpe però non vanno date tutte a Sarri, in quanto lui non lo vedeva come esterno d’attacco e infatti in quel ruolo in estate è stato comprato Giaccherini come vice Callejon. Gli sbagli sono anche e soprattutto della società, in particolar modo del presidente Aurelio De Laurentiis, che non ha speso al meglio i 90 milioni incassati dalla cessione di Higuain, comprando soltanto Milik come prima punta e dopo il suo infortunio, Sarri ha dovuto inventarsi per trovare una soluzione, optando poi per il falso nueve con Mertens prima punta, in quanto Gabbiadini non era adatto a quel ruolo.
L’ex calciatore del Napoli, ha voluto togliersi più di qualche sassolino dalla scarpe: “Un pensiero finale voglio dedicarlo anche a coloro che mi hanno spesso e volentieri criticato etichettandomi come un calciatore con poca personalità e carisma, incapace di reggere le pressioni della grande piazza e del grande club. Beh, che dire, non amo rispondere a parole ma preferisco far parlare i numeri. Nel calcio i numeri sono tutto e fotografano la realtà dei fatti, con la maglia azzurra ho realizzato 25 reti in 3119 minuti, un gol ogni 124 minuti”.
Parole molto dolci, quelle riferite ai suoi ex tifosi del Napoli: “Grazie Napoli. Grazie ai tifosi napoletani, unici e meravigliosi, per i tantissimi messaggi che mi state inviando sui profili social, prometto che proverò a leggerli tutti. Grazie per aver sempre fatto sentire la mia famiglia a casa e per avergli donato il vostro cuore. Contento ed orgoglioso di essere stato amato per quello che sono veramente dentro e fuori dal campo e non per come gli altri volevano che fossi, esuberante, sorridente per forza; nel bene e nel male sono sempre stato me stesso. Ho apprezzato tanto il vostro modo di supportarmi e di incoraggiarmi, sia nei momenti belli che in quelli meno felici e non dimenticherò mai la vostra accoglienza all’aeroporto. Ciao Napoli, è stato bello. Un abbraccio Manolo”.
Manolo Gabbiadini, che dunque lascia Napoli e il Napoli con un rimpianto ben più grande di quello provato da chi non ha mai potuto mostrare le proprie qualità, per un motivo o per l’altro. Lui il pubblico partenopeo l’aveva conquistato, si era fatto conoscere con i suoi pregi e i suoi difetti: un esterno non troppo adatto al combattimento, ma generoso e utile in entrambe le fasi, con una buona visione di gioco e soprattutto una combo taglio verso il centro-sinistro a giro che stava diventando un marchio di fabbrica. Sul più bello, senza che nessuno gli spiegasse il perché, tutto questo gli è stato tolto, e mai più restituito.
Maurizio Sarri, da persona intelligente quale è, un giorno ci ripenserà e magari piangerà, non troppo, sul proverbiale latte versato.