
Il Movimento Cinque Stelle propone la squadra dei ministri da mettere in campo dopo la sperata vittoria alle elezioni politiche del 4 marzo 2018.
Per la prima volta nella storia delle elezioni politiche in Italia, un soggetto politico, in questo caso un movimento, presenta i suoi ministri che governeranno dopo la vittoria ottenuta grazie al voto degli elettori.
Il candidato premier, Luigi Di Maio, giovane trentunenne, illustra agli italiani le differenze che ci sono con i suoi avversari politici che si sono presentati alle prossime elezioni.“Noi non siamo qui per distribuire poltrone” ha precisato Di Maio, “non abbiamo scritto un libro di sogni, ma un elenco di cose da fare e non faremo nessun governo con gli estremisti”.
Nella squadra dei ministri ci saranno cinque donne, sono Paola Giannetakis agli Interni, Elisabetta Trenta alla Difesa, Emanuela Del Re agli Esteri, Alessandra Pesce all’Agricoltura e Filomena Maggino alla Qualità della vita. Gli altri ministri saranno: Pasquale Tridico, economista e professore all’università di Roma tre, indicato per ricoprire il ruolo di ministro del Lavoro, Giuseppe Conte, professore di diritto privato, indicato per un ministero cardine per l’impegno elettorale del Movimento 5 stelle, quello della Pubblica Amministrazione, de-burocratizzazione e meritocrazia, il generale Sergio Costa e Lorenzo Fioramonti rispettivamente all’ambiente e allo sviluppo economico, Domenico Fioravanti allo Sport , il docente universitario Andrea Roventini, indicato per ricoprire il ruolo di ministro del Tesoro, Armando Bertolazzi alla Salute, dirigente medico dell’ospedale Sant’Andrea di Roma, e il dirigente scolastico Salvatore Giuliano all’istruzione.
Tutto nelle scelte di Di Maio indica una grande lucidità o perseveranza. Per quanto si possa essere in disaccordo, il messaggio del Movimento di non fare un Governo “Pasticciato” sta passando.
Grillo non c’è più anche se c’è ancora. Ci sono i nomi nuovi ma anche quelli della prima ora. Il cocktail – dal punto di vista della campagna elettorale – sembra ben riuscito e le ore finali prima del responso delle urne sembrano solo poter favorire i 5 Stelle.
Per decretare il successo di questa strategia toccherà attendere le prime ore del 5 marzo. La probabilità che il centrodestra vinca e che il Movimento si fermi alla soglia del 30% ci sta tutta. Ma intanto è inutile essere ipocriti: la sua partita, sul piano personale, Di Maio può dire di averla già vinta.