
Fumata nera assoluta dopo le prime elezioni a Montecitorio e Palazzo Madama per eleggere il presidente della Camera dei Deputati e del Senato.
Dopo giorni in cui si è parlato di accordi, di inciuci e di potenziali candidati alla presidenza, alla fine entrambe le camere hanno deliberato il voto più probabile: quello dell’instabilità. Una valanga di schede bianche in senato, dove gli astenuti sono oltre trecento, e le pochissime schede valide presentano nomi discordanti e lontani da quelli che ci si aspettava: l’ex presidente Giorgio Napolitano, la radicale Emma Bonino ed il meno conosciuto Fabio di Micco (M5S) sono i pochi ad aver raccolto una manciata di voti. Si tratta comunque di voti prodotti dalle preferenze dei singoli, dimostrando ancora una volta quanto le varie fazioni politiche siano lacerate e quanto l’instabilità regni sovrana tra le aule del nostro Parlamento.
Discorso molto simile per quanto riguarda le elezioni della Camera dei Deputati, la cui votazione è stata posticipata dalle 14.00 alle 15.30 e, adesso, dopo due tornate conclusesi con un mare di schede immacolate, si dibatte per decidere se rivotare subito o posticipare a domani.
Una situazione, insomma, di caos generalizzato, dove i riflettori sono puntati prevalentemente sul Centrodestra e sul Movimento Cinque Stelle, rei di aver fatto saltare il proprio accordo per spartirsi le camere poche ore prima delle votazioni.
Le dichiarazioni di Gasparri, in particolare, hanno fatto trapelare un forte conflitto tra Forza Italia e pentastellati, mentre la Lega non sembra sapere da che parte schierarsi.
Non manca, tra gli accusati, anche il Partito Democratico, il quale è stato criticato dal presidente emerito del Senato Giorgio Napolitano di aver avallato con il suo governo l’ascesa dei movimenti populisti.
Intanto che ancora si discute e si tenta di salvare quantomeno le apparenze, diventa sempre più palese la fragilità delle alleanze e dei patti, mentre l’alone dell’ingovernabilità prende forma sempre più definita, mostrando il quadro di un futuro sempre più incerto.