
Il terrorismo torna a colpire, anche questa volta sulla voce economica principale dell’Egitto, il turismo.
E’ di quattro morti il bilancio dell’ attentato ad un bus che trasportava turisti vietnamiti presso una delle bellezze principali dell’ Egitto ovvero le piramidi di Giza alle porte del Cairo.
Oltre a due vietnamiti sono deceduti anche una guida e un terzo viaggiatore mentre sono una decina i feriti tra cui anche l’ autista. L’ ordigno, di fattura artigianale, era situato nei pressi di Mariyutiya Street nel distretto di Al Haram non lontano dalle piramidi, l’ esplosione è avvenuta ieri alle 18 ora locale; secondo un’ indagine il gruppo di terroristi proveniva proprio dal Vietnam.
L’ Egitto combatte da anni contro organizzazioni terroristiche islamiche attive nel Sinai, l’ attacco di ieri fa ripiombare il paese nordafricano nella paura.
Il turismo è una delle fonti economiche principali del paese, nel 2017 due tedesche furono accoltellate in un resort nella località balneare di Hurghada ma un attacco più eclatante fu quello rivendicato dall’ Isis nel 2015 quando fu colpito un aereo con a bordo 224 viaggiatori russi, l’ aereo precipitò su Sharm El Sheik.
C’è da ricordare il massacro di Luxor il 17 novembre del 1997 quando un gruppo della formazione “Al Gama-al Islamiyya” uccise a colpi di fuoco e coltellate 62 persone e provocò un calo del 20 per cento di presenze negli alberghi nelle principali città egiziane.
Secondo il Cairo negli ultimi anni il crollo di visitatori è stato di 8 milioni nel 2017 contro i 15 milioni del 2010.
Nell’ ultimo periodo l’ Egitto aveva guardato all’ estremo oriente con interesse per siglare accordi e aprire al turismo di massa sia con la Cina che con il Vietnam da cui provenivano le vittime dell’ attacco di ieri, e aveva aperto relazioni diplomatiche anche con Israele per togliere il livello di allerta elevata segnalato per il paese nordafricano in riferimento a potenziali attentati nel Sinai.