
Il Teatro Augusteo di Napoli ospita, il 9 e il 10 dicembre, la straordinaria Lina Sastri, che porta in scena “Eduardo mio“: una carezza sul cuore, il racconto da protagonista della vita di un artista che ella stessa definisce “Maestro di vita e di palcoscenico”. Una drammaturgia in parole, musica e poesie, 120 minuti di narrazione di Eduardo De Filippo attraverso gli occhi dell’attrice napoletana, tra aneddoti, ricordi personali ed esperienze sul palco: dagli esordi nella sua compagnia, a “Masaniello” di Elvio Porta ed Armando Pugliese, che debuttò nel 1974; i primi lavori come comparsa, con poche battute.
Lina Sastri descrive i fatti con l’eccellenza di un antico rapsodo, coinvolge gli spettatori trasportandoli in una realtà parallela, tocca le corde della loro anima suscitandone emozioni e consentendogli di tornare indietro nel tempo, quasi avessero vissuto insieme a lei quanto narrato.
Ne “Il Sindaco del rione Sanità“, spiega la Sastri, “Entravo alla fine del terzo atto in qualità di comparsa muta. Mi fu chiesto di vestire in maniera più succinta e di indossare vistosi orecchini, eppure io certo certa che tra il pubblico non mi avrebbe notato nessuno; finché Eduardo non espresse un apprezzamento per i miei orecchini. Capii, allora, che in teatro ogni dettaglio fa la differenza”. Nel medesimo anno, Eduardo mise in scena “Gli esami non finiscono mai“, e Lina ebbe la fortuna di sostituire un’attrice che avrebbe dovuto impersonare Bonaria, la popolana di cui si innamorava il protagonista, interpretato proprio da De Filippo; fu la svolta che le cambiò la vita, l’inizio del sodalizio umano, oltre che artistico, con lui.

In scena, la grande Lina Sastri
Lo spettacolo prosegue con “Natale in casa Cupiello” , l’allestimento televisivo a Cinecittà, perché il valore educativo del teatro assume una maggiore risonanza attraverso la televisione; il Teatro Eliseo di Roma, il cui palcoscenico è collegato direttamente ai camerini degli artisti tramite una scala: Lina che, proprio nei camerini, confidò alle sue colleghe di non voler fare il teatro volgare, bensì il teatro in lingua :”Io voglio andare da Strehler!”, ed Eduardo che ironicamente replicò :”Vuoi andare da Strehler, eh? Tu sulla scena devi imparare a camminare!”, e l’ancestrale lezione di vita appresa dall’attrice :”Mai alzare la voce nei camerini!”.
“Filumena Marturano“, scritta apposta per Titina, il cui coinvolgimento fu così assiduo da farla ammalare di cuore di lì a poco, costringendola a ritirarsi dalle scene. Lina Sastri ebbe la fortuna di interpretare Filumena accanto a Luca De Filippo (il compianto figlio del grande Eduardo), per la regia di Francesco Rosi. “Filumena è una madre coraggio che difende i figli e cerca un’appartenenza, in un teatro eduardiano dove il tema è stato quasi sempre la famiglia. Una figura tra il bene e il male“.
D’altro canto Eduardo ed i suoi fratelli, Peppino e Titina, avevano sempre cercato un senso di appartenenza: la loro amata madre, Luisa De Filippo, di cui portavano il cognome, aveva intessuto una relazione con Eduardo Scarpetta, marito di sua zia, e fu proprio tramite quest’uomo, dai tre soprannominato “Zio”, che essi iniziarono a respirare l’aria del teatro, ed Eduardo cominciò a scrivere le prime commedie, oltre che a tradurle.
Non mancano alcune tra le più belle canzoni d’amore: da “Reginella” a “Uocchie c’arraggiunate“, a “Totonno ‘e Quagliarella” di Giovanni Capurro, a “Amaro è ‘o bbne” a “Si t’o sapesse dicere“.
Magistrale, tra tutte, l’interpretazione di “Core ‘ngrato” che tocca le corde del cuore di chi ascolta come un verso di Saffo. Le poesie di Eduardo, la cui voce registrata funge da sottofondo, le lettere alla sorella Titina, gli amori (“Eduardo non si innamorava mai di donne napoletane”, confessa goliardicamente Lina) il rapporto di amicizia con Totò, le sue visioni profetiche, ma anche i momenti difficili come la perdita della figlia Luisella o i mancati riconoscimenti alla sua arte, sono assaggi di umanità di un genio patrimonio della storia della letteratura.
Il sipario cala con un omaggio a Napoli sulle note di “Napule è” di Pino Daniele, e una rosa rossa lanciata tra il pubblico.
“Eduardo tu mi hai insegnato a recitare.
Con sincero affetto e umiltà di allieva“.