
I docenti universitari salteranno il primo appello autunnale per protestare il blocco degli scatti salariali. “Andremo avanti a dialogare e a trovare le soluzioni” ha dichiarato il ministro dell’istruzione Valeria Fedeli.
Da oggi niente esami, parte il blocco degli appelli in ben 79 atenei italiani dove almeno 5.444 dove ben 5.444 tra docenti e ricercatori incroceranno le braccia ( stima eseguita sul numero dei firmatari della la proclamazione dello sciopero convalidato a fine luglio dalla Commissione di garanzia come “legittimo”) come segno di protesta. Carlo Ferraro, decano del Politecnico di Torino e voce del movimento della dignità della docenza universitaria fa sapere:” Ci attendiamo un’adesione ben più massiccia, perchè tutti possono farlo”.
Il blocco degli appelli risulta un avvenimento che ha del clamoroso, non solo perchè coinvolge 49.000 accademici, ma soprattutto perchè, per trovarne di precedenti dobbiamo arrivare indietro fino agli anni ’70. Le adesioni maggiori sono a Pisa con 264 firmatari, Bologna (258), Milano ( suddivisi tra Politecnico, Bicocca e Statale) e a Bari (162). L’astensione riguarderà solo il primo appello che va dal 28 Agosto al 31 Ottobre. Nelle Facoltà dove è previsto un solo appello dovrebbe esserne garantito uno straordinario a partire dal quattordicesimo giorno della prova saltata per sciopero.
L’inizio della protesta risale a più di tre anni fa quando, diffuso il malcontento per le retribuzioni e adeguamenti salariali, venne inviata al premier Mattarella una lettera con 14.000 firme. Il nodo sta nel blocco degli scatti stipendiali per i dipendenti pubblici deciso dal governo Berlusconi dal 2011 al 2014. Cinque anni senza adeguamenti e modifiche alle retribuzioni.
Laura Calzà, ordinario di anatomia veterinaria all’Alma Mater afferma:”Non stiamo chiedendo aumenti di stipendi, ma che non venga penalizzata l’anzianità di servizio”. ” C’è chi lo giudica sbagliato nella forma perchè colpisce gli studenti. Siamo arrivati allo sciopero come ultima spiaggia, dopo essere rimasti inascoltati per anni”, spiega Carla Cuomo, coordinatrice della mobilitazione all’ateneo di Bologna.
La ministra Valeria fedeli, a Luglio, aveva promesso attenzione al problema e una soluzione alle questioni esposte cercando di sedare la protesta:”Stiamo lavorando, e mi sto impegnando in prima persona, per lo sblocco degli scatti di stipendio ai docenti universitari. L’obiettivo non è solo individuare, nella legge di Bilancio, i punti cardine per incrementare i finanziamenti al mondo della ricerca, ma anche destinare investimenti mirati a chi opera all’interno delle università”. I docenti contestano ad oggi, nessuna risposta alle problematiche.
L’Unione degli universitari condivide le motivazioni che hanno portato alla protesta ma non ne accettano le modalità:”Danneggia noi che siamo la parte debole”.