
Un teatro giovane, realizzato da giovani che vivono pienamente e in prima persona il fare teatro e l’essere attori. Infatti Zona Teatro Naviganti accoglie sia spettacoli con le relative compagnie che coloro che intendono apprendere il fare teatro con laboratori di improvvisazione e di dizione tra gli altri. Zona Teatro Naviganti ha inaugurato la propria rassegna con Close up Medea, andato in scena dal 17 al 19 ottobre, dell’Associazione Culturale TeatrAzione. Valenti e intensi autori, registi e attori sono Cristina Recupito e Igor Canto presenti con il loro testo drammaturgico lo scorso settembre anche all’Arco Catalano Fest a Salerno. Lo spettacolo , ispirato inizialmente al lavoro di Dorfman, attivista dei diritti umani, Purgatorio, a cui si aggiunge oltre al testo di Euripide, la rilettura di Medea attuata da Christa Wolf, viene a definirsi come work in progress, un lavoro di progressivo di affinamento e maturazione che coinvolge tutti gli ambiti del testo stesso, compreso anche quello musicale, e le sue intrinseche possibilità di senso.
Vi sono incluse le percezioni di chi, sulla scena, si pone già in una situazione doppia, ambivalente, di essere umano e di maschera e che grazie a questa doppia natura, raccontandosi, sa di avere a testimoni altri esseri simili.Per questo motivo in questo intenso lavoro gli attori possono ri-nascere come personaggi, la cui storia è nota ai più sotto il nome di Medea ma anche come uomo e donna primigeni e, al contempo, saturi di vita. Un uomo e una donna che emergono da un drappo rosso. Due esseri rinascono alla vita. Increduli si osservano e scrutano lo spazio che li circonda. Il drappo viene avvolto attorno al corpo della donna che si ritrova come in una camicia di forza. Da questa potranno emergere a fatica le mani, nere e palmate pronte a accogliere il coltello che l’uomo vi adagia. Immediatamente immersi in un tempo senza tempo, in una rinascita che è molto più simile a una condanna che a una nuova possibilità di vita, che si vorrebbe disperatamente rinnovata di un nuovo senso della vita stessa. Ma sembra essere un’illusione.
Vita e moventi vengono srotolati incessantemente dai due protagonisti della tragedia, deposti allo sguardo di un terzo personaggio, un testimone, un giurato, il pubblico, come in un processo televisivo. I testimoni, giurati e osservatori vengono ripresi durante il processo dall’uomo in camice che, spietatamente, cinepresa alla mano, interroga la straniera. Il primo piano (close up) su Medea si allarga fino a includere la platea, forse a suggerire un’inversione di ruoli tra osservatori, attori e personaggi. L’inversione dei ruoli, tra l’uomo e la donna, suggerisce una possibile, correlativa, inversione dei ruoli, tra colui che giudica e colui che viene giudicato, non solo sulla scena. Infatti, in questa storia in cui nessuno avrebbe potuto compiere azioni diverse da quelle agite, in fondo chi è il vero responsabile? Medea, la straniera, l’esule e la strega, per il senso superficialmente comune, che ha ucciso i propri figli, Giasone che non si è mai ribellato alle necessità del sistema o, forse, anche, o solo, qualcun’altro?
Quale redenzione possibile, quindi, per Medea, la guaritrice, se non dichiarare fedeltà al proprio atto; quale redenzione per Giasone se resterà avvolto nell’incoscienza di ciò che realmente guida i suoi atti restando ignaro di ciò che è vitale e più proprio alla vita? Quale redenzione per tutti gli altri, osservati osservatori, responsabili per le condizioni in cui si è attuata la tragedia? Si tratta di un luogo, quello del nuovo spazio teatrale, in cui i collettivi Naviganti InVersi e LunAzione elaborano i propri spettacoli che portano in giro per la città, disseminando cultura e rimettendo in circolazione storie sopite, in un’antica memoria, dai più come in Anime in San Lorenzo che verrà riproposto il 13 e 28 novembre nella chiesa di San Lorenzo Maggiore e nei suoi sotterranei e Quell’ultima corsa tratto da Sunset Limited di C. McCarthy in Sala Assoli per la Rassegna A(s)soli Giovani il 24 e 25 ottobre. L’Associazione Culturale TeatrAzione, nata nel 2002 a Salerno, è presente in numerose Rassegne di Teatro e Pedagogia con progetti sul tema della legalità per scuole e università. Per il Progetto Shoah, il Teatro della Memoria, Confini e Frontiere ha realizzato: Anna Frank, ballate per un’ebrea; Primo Levi, memorie di un deportato; Cafè Shoah; Sognando Aushwitz; ma anche favole quali Robin Hood e La Sirenetta e per il Progetto Ambiente l’ironico: Segreto di Gaia. Il pianeta che respirava. Altri lavori di questa prolifica e sensibile compagnia sono: Un incendio nel cuore. Serajevo/Majakovsky. Dissolvenze sonore; Paolo Borsellino. L’ultimo istante; L’uomo la bestia e la virtù.
Close up Medea sarà a Castellammare il 21 e il 23 novembre prossimi.